Referendum del 12 giugno: per cosa si voterà?
Domenica 12 giugno, dalle 7 alle 23, la popolazione italiana sarà chiamata a votare per cinque referendum. Di questi cinque quesiti però si sa poco o praticamente nulla. Cerchiamo quindi di capire assieme quali sono i punti fondamentali sui quali la popolazione italiana è chiamata ad esprimere il proprio parere.
Inizialmente i testi erano sei. E’ stato giudicato inammissibile però il quesito che avrebbe dato, in caso di errore giudiziario, la responsabilità civile ai magistrati invece che allo Stato. Ovviamente per essere approvati, bisogna che si raggiunga un quorum del 50% più uno degli aventi diritto al voto. Non si tratta di un referendum popolare. Sono richieste fortemente volute non solo dal centrodestra ma anche dai Radicali.
I quesiti sono i seguenti:
- Abrogazione della legge Severino;
- Limitazione della custodia cautelare;
- Separazione della carriera dei giudici da quella dei pubblici ministeri;
- Valutazione dei magistrati;
- Raccolta delle firme per la candidatura al Consiglio superiore della magistratura.
Analizziamoli assieme.
Cosa troverai in questo articolo:
Scheda rossa per l’abrogazione della legge Severino
Prima di tutto, cerchiamo di capire cosa prevede la Legge Severino per la cui abrogazione siamo chiamati a votare. La legge Severino prende il nome dall’ex ministro della Giustizia Paola Severino e prevede il divieto di candidatura e di eleggibilità per ogni carica pubblica alle persone condannate in via definitiva a più di due anni di carcere per reato di corruzione, collaborazione con la criminalità organizzata o terroristica, concussione e per delitti non colposi che prevedono pene dai quattro anni in su. Tale legge prevede anche la sospensione della carica per 18 mesi se la condanna non è definitiva e la decadenza dalla carica se la condanna diventa definitiva. E’ stato il centrodestra ad aver presentato il quesito per la cancellazione di tale norma. Se dovesse vincere il sì, anche chi è stato condannano per reati gravi, può concorrere per le cariche pubbliche.
Scheda arancione per la limitazione della custodia cautelare
La custodia cautelare è una misura preventiva applicata per limitare la libertà di un imputato durante un processo che lo vede coinvolto. Questo per limitare azioni che potrebbero portare ad inquinare le prove e per evitare che ci sia la possibilità di fuga. Il quesito chiede l’eliminazione di tale custodia per i delitti puniti con un massimo di 5 anni di carcere o di 4 anni in caso di arresti domiciliari.
Scheda gialla per la separazione delle carriere di giudici e pubblici ministeri
Giudici e PM hanno ruoli diversi che però spesso sembrano essere interscambiabili. Il ruolo del giudice è quello di esprimere il proprio giudizio sui casi che gli vengono proposti. Il ruolo del pubblico ministero è quello di attuare una azione penale contro gli imputati. Ad oggi, lo scambio tra i due ruoli è concentrato ad un massimo di quattro volte. Potrebbe scendere ad una se la riforma presentata dalla ministra della Giustizia Marta Cartabia venisse approvata. Se al referendum dovesse vincere il sì sarebbe definitivamente eliminata la possibilità di interscambio dei ruoli. Dunque, non sarebbe più possibile, in itinere, per i PM diventare giudici e per i giudici diventare PM.
Scheda grigia per la valutazione dei magistrati
Ogni quattro anni i magistrati sono soggetti a valutazione da parte di un consiglio disciplinare. Tale consiglio è composto da altri magistrati ma anche da giudici, PM, avvocati e professori universitari di materie giuridiche. Tutti i membri collaborano al giudizio ma il voto finale spetta ai magistrati. Il quesito vuole far si che si estenda il voto anche ai professori universitari e agli avvocati che fanno parte del consiglio disciplinare. Questo onde evitare quel sentimento di competizione che potrebbe esserci tra chi svolge lo stesso mestiere e che potrebbe condizionare il voto finale.
Scheda verde per la raccolta delle firme per la candidatura al Consigli superiore della magistratura
Il Consiglio superiore della Magistratura è composto da 27 membri. Di questi solamente tre non vengono eletti ma ricoprono quel ruolo “di diritto”. Questi 3 membri sono: il presidente della Repubblica, il presidente ed il procuratore generale della Corte di Cassazione. Il compito di tale carica è quello di governare la magistratura, di gestire i concorsi e le sanzioni disciplinari. Il quinto quesito del referendum mira ad abolire l’obbligo di raccolta delle firme per i magistrati che vogliono candidarsi al Csm. Bisogna sapere che, esclusi i 3 membri di cui sopra, gli alti 24 vengono eletti per due terzi dai magistrati e per un terzo dal Parlamento. Devono avere almeno 25 firme da parte di altrettanti magistrati che svolgono un ruolo di supporto alla candidatura. Il quesito mira, dunque, a far sì che il candidato o la candidata possa presentarsi liberamente senza alcun appoggio esterno.