Pensione con pochi contributi, che fine fa chi non ha mai lavorato: il loro destino nel 2025 è già segnato

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Anziano sorpreso allo smartphone (Pexels Foto) - www.managementcue.it

Quali sono i requisiti per andare in pensione? Chi ha pochi contributi può ottenerla? Tutti i dettagli del sistema pensionistico.

Andare in pensione è uno dei traguardi più attesi dai lavoratori italiani, ma la strada per arrivarci è spesso costellata di dubbi e ostacoli burocratici. Tra le domande più frequenti c’è quella legata ai requisiti minimi contributivi. Quanti anni di contributi servono davvero per garantirsi un assegno pensionistico? E cosa succede a chi ha versato poco o nulla?

La legislazione previdenziale italiana è nota per la sua complessità, con un sistema che combina requisiti anagrafici e contributivi. Per ottenere la pensione di vecchiaia ordinaria, attualmente servono 67 anni d’età e almeno 20 anni di contributi. Tuttavia, non tutti riescono a raggiungere questa soglia. Che alternative esistono per chi si trova con contributi insufficienti?

L’accesso alla pensione anticipata rappresenta un’altra possibilità, ma richiede un’anzianità contributiva maggiore rispetto alla pensione di vecchiaia. Diverse categorie di lavoratori, però, possono usufruire di agevolazioni che consentono di andare in pensione prima del previsto o con una contribuzione inferiore.

In molti casi, chi non riesce a soddisfare i requisiti minimi può ricorrere ad altre forme di sostegno economico previste dal sistema previdenziale, come l’assegno sociale o i fondi specifici per determinate categorie. La possibilità di versare contributi volontari offre un’ulteriore soluzione per colmare le lacune contributive e raggiungere la pensione.

Deroghe per chi ha pochi contributi

In Italia esistono diverse deroghe alla legge Fornero che permettono di accedere alla pensione anche con pochi anni di contributi. Ad esempio, è possibile andare in pensione con soli 15 anni di contributi se questi sono stati versati entro il 31 dicembre 1992 o se si è stati autorizzati al versamento di contributi volontari entro quella data. Inoltre, specifiche categorie, come i lavoratori con invalidità o i non vedenti, possono accedere alla pensione con requisiti ridotti.

Un’altra opzione è l’assegno sociale, destinato a chi si trova in una situazione di disagio economico e non ha maturato contributi sufficienti. Per accedere a questa misura, sono richiesti 67 anni di età e un reddito annuo non superiore a determinate soglie stabilite dall’INPS. Esistono anche i fondi casalinghe che consentono di ottenere una pensione con almeno 5 anni di versamenti volontari.

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Anziana che controlla la pensione (Pexels Foto) – www.managementcue.it

Il destino di chi non ha mai lavorato

Ma cosa accadrà nel 2025 a chi non ha mai lavorato e, quindi, non ha contributi versati? Le previsioni indicano che queste persone dovranno affidarsi all’assegno sociale o ad altre forme di assistenza pubblica. Nel prossimo anno, i requisiti di accesso a queste misure saranno probabilmente aggiornati in base all’inflazione e agli adeguamenti delle aspettative di vita.

Chi non ha mai lavorato potrà dunque contare su forme di sostegno economico di base, ma il rischio di povertà pensionistica rimane elevato. Le prospettive per il futuro dimostrano l’importanza di garantire sistemi di assistenza adeguati per chi, per vari motivi, non ha potuto accumulare una storia contributiva sufficiente.