Pensioni, maggio mese di “tagli” | Arriva la stangata finale dallo Stato: assegni ridotti all’osso

delusione dei pensionati

Assegni ridotti. Come mai? (depositphotos.com) - www.managementcue.it

L’assegno pensionistico di maggio si presenta più leggero: la responsabilità non è dell’INPS, ma risiede in nuove normative fiscali.

Per alcuni, la diminuzione potrebbe sembrare insignificante, un importo che potrebbe passare inosservato tra le bollette e le spese quotidiane.

Tuttavia, quando ogni euro conta, anche una riduzione modesta può trasformarsi in un vero e proprio disagio. Ed è peggio quando non si tratta di un disguido tecnico né di un’anomalia da segnalare.

La questione è più profonda e strutturale, il risultato di una decisione normativa che ha già iniziato a manifestare i suoi effetti.

Questo cambiamento, sebbene non costituisca un abbattimento diretto della pensione, comporta una riduzione significativa del reddito netto percepito, con ripercussioni notevoli per coloro che si trovano a vivere con margini economici molto ristretti.

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Il motivo del taglio

Come evidenziato da Cellulari.it, il motivo per cui molti pensionati hanno ricevuto un assegno più basso a maggio è da ricercare nelle modifiche introdotte dalla Legge di Bilancio 2025, che ha cambiato profondamente la disciplina delle detrazioni fiscali per i familiari a carico. Queste agevolazioni, che fino ad aprile contribuivano a ridurre l’impatto fiscale sull’assegno mensile, sono state in parte eliminate o riformulate. Il risultato? Un assegno netto inferiore, senza che vi sia stato un effettivo taglio del lordo pensionistico.

L’impatto è stato particolarmente evidente per chi, fino a poco tempo fa, poteva contare sulle detrazioni per figli e altri familiari a carico. Già nel 2023, la normativa aveva rimosso le detrazioni per figli fino a 21 anni, sostituendole con l’Assegno Unico Universale. Con la Legge di Bilancio del 2025, il passo successivo ha visto un ulteriore restringimento delle agevolazioni, eliminando le detrazioni anche per i figli oltre i 30 anni, anche se fiscalmente a carico. Attualmente, le uniche detrazioni disponibili riguardano i figli tra i 21 e i 30 anni con redditi al di sotto di specifici limiti (4. 000 euro per chi ha meno di 24 anni e 2. 841 euro per chi li ha già compiuti).

calcolo pensione inps
Il tutto è dovuto alla Legge di Bilancio (depositphotos.com) – www.managementcue.it

Come si articolano i criteri

Anche per quanto riguarda gli “altri familiari a carico”, secondo Cellulari.it, la normativa ha reso più rigidi i criteri: a partire dal 2025, le detrazioni saranno concesse solo per ascendenti conviventi e fiscalmente a carico, come genitori o nonni con redditi inferiori ai 2. 840,51 euro annui.

Quindi cosa fare per non perdere altro? Molti pensionati, ignari di questi cambiamenti o non ancora informati, hanno ricevuto l’assegno ridotto senza sapere come comportarsi. In realtà, la nuova disciplina richiede che le agevolazioni fiscali siano richieste attraverso una dichiarazione aggiornata, da presentare sul portale INPS o con l’assistenza di CAF e patronati. Chi non si attiva in tal senso potrebbe trovarsi a ricevere importi ancora più bassi nei mesi successivi.