Addio al brand di automobili più amato dal nord Italia: dopo 50 anni non ha retto al mercato elettrico | Lascia un vuoto enorme sul mercato

Auto sportive (Pixabay foto) - www.managementcue.it
Chiude i battenti uno dei marchi automobilistici più iconici: un addio che segna profondamente il mondo delle auto sportive.
Negli ultimi anni il settore dell’auto sembra vivere una lunga stagione di tempesta. Il passaggio forzato alla mobilità elettrica, con tutte le sue sfide, ha messo in ginocchio anche realtà che parevano inattaccabili. Il cambiamento, va detto, non è più un’opzione ma una strada obbligata… solo che non tutti riescono a starci dietro.
Ci sono marchi che ce la fanno, investono, si reinventano da zero. Altri invece si scontrano con muri troppo alti. Non è solo una questione di soldi o tecnologia, ma di tempi, di scelte e — diciamolo — anche di fortuna. In questo clima, ogni chiusura pesa come un macigno, specie se a sparire sono nomi che hanno fatto sognare generazioni di appassionati.
L’Europa, in particolare, sta attraversando un momento delicatissimo. Le vendite calano, i costi salgono, e poi ci si mettono anche i dazi, le tensioni internazionali, le decisioni che arrivano da Pechino o Washington. In mezzo a tutto questo, le aziende devono sopravvivere, ma spesso manca proprio il fiato.
E quando anche marchi storici cominciano a perdere pezzi, beh… allora le cose si mettono male per tutti. Se vacillano i colossi, figuriamoci le piccole realtà. Quella di cui parliamo oggi, purtroppo, è solo l’ultima di una serie che rischia di allungarsi ancora.
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Fine corsa per un marchio fuori dal tempo
Nel 2017 aveva provato a rifarsi il look, stringendo un’alleanza con i cinesi di Weltmeister. Obiettivo: entrare nel mondo elettrico. Il risultato fu la Commendatore GT, una sportiva a batteria mostrata al Salone di Pechino nel 2018. Ne fecero solo due esemplari, roba da collezionisti.
Ma i problemi non si erano mai risolti del tutto. Tra ritardi, incertezze e difficoltà a imporsi sul mercato, il progetto elettrico non ha mai davvero decollato. E ora, purtroppo, è arrivato l’epilogo: ha depositato istanza di fallimento. Una notizia che chiude un capitolo leggendario per chi vive di motori e passione.
Una storia che sembrava immortale
Il protagonista di questa storia, come riporta anche Virgilio Motori, è un marchio molto amato dagli appassionati di motori del nord Italia e della Germania. Isdera AG nasce ufficialmente nel 1982, anche se già nel ’78 aveva fatto parlare di sé con la CW 311, un prototipo che portava pure il logo Mercedes pur non essendo “suo”. Un’eccezione assoluta. Negli anni successivi, Isdera ha costruito auto da sogno, destinate a pochissimi fortunati. L’esempio più famoso? Probabilmente la Commendatore 112i, una belva con motore V12 Mercedes, capace di volare a oltre 340 km/h. E con un nome che omaggiava direttamente Enzo Ferrari.
Poi ci fu un periodo nero, negli anni ’90, ma il marchio si risollevò con l’aiuto di investitori svizzeri. Nel 2006 sorprese tutti con l’Autobahnkurier AK116i, un mostro a due motori ispirato al design anni ’30. Una fusione di passato e potenza che fece girare parecchie teste. E ora, purtroppo, del marchio non rimarrà che un ricordo.