Addio Tfr, da ora se lo prende direttamente l’Inps: “Rafforziamo le pensioni” | Trattati come mucche da mungere

Lavoratore senza soldi (Depositphotos foto) - www.managementcue.it

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L’Inps punta al Tfr per potenziare le pensioni, ma la situazione accende il dibattito: tra sostenibilità e timori per i lavoratori.

In Italia, ogni volta che si tocca il tema pensioni, si apre una valanga di opinioni, ansie e dibattiti infiniti. È uno di quegli argomenti che sembrano sempre lì, in sospeso, come una nuvola carica pronta a scaricarsi da un momento all’altro.

Eppure, che ci piaccia o no, riguarda tutti: giovani, meno giovani, lavoratori precari, imprenditori. Proprio perché nessuno è escluso, ogni piccolo cambiamento ha il potere di smuovere un equilibrio già fragile. La domanda di fondo resta sempre quella: il sistema regge?

Al momento sì, almeno stando a quanto dicono gli esperti, ma resta sotto pressione. C’è chi parla di “tenuta”, chi di “riassetto”, ma il concetto è semplice: serve qualcosa che lo renda più solido per il futuro. Anche perché, diciamolo, l’Italia sta invecchiando a un ritmo preoccupante e i giovani che lavorano davvero con contratti stabili sono pochi — troppo pochi.

E poi c’è un altro tema: la fiducia. Tanti ragazzi e ragazze sotto i 35 anni non credono più che versare contributi oggi significhi ricevere qualcosa domani. E forse non hanno tutti i torti. Fra contratti a termine, part-time involontari e tirocini infiniti, immaginare una pensione “vera” sembra un sogno.

Nuove prospettive

O una barzelletta, a seconda dei punti di vista. Il risultato? Sempre meno aderiscono a forme di previdenza integrativa, anche perché, diciamolo, nessuno gliene parla davvero. In questo contesto si torna a parlare del Tfr, che per decenni è stato il paracadute dei lavoratori italiani.

Un gruzzolo messo da parte e spesso usato per comprare casa ai figli, sistemare qualcosa in famiglia o affrontare imprevisti. Ora invece… potrebbe cambiare completamente funzione. Ovviamente la situazione fa discutere: c’è chi la vede come un’opportunità concreta, chi come l’ennesimo tentativo di “mettere le mani” sui risparmi dei lavoratori. Ma una cosa è certa: quel Tfr non starà fermo ancora a lungo.

Portafoglio vuoto (Pexels foto) - www.managementcue.it
Portafoglio vuoto (Pexels foto) – www.managementcue.it

Una nuova idea per usare il tesoretto del Tfr

Come riporta Repubblica, durante un evento di Affari&Finanza, il presidente dell’Inps, Gabriele Fava, ha detto che il sistema pensionistico italiano tiene. Per adesso. Ma intanto si sta pensando a come renderlo più robusto. E qui entra in gioco Claudio Durigon, sottosegretario al Lavoro, che ha buttato lì una proposta piuttosto decisa: usare il Tfr fermo nei conti della Tesoreria dell’Inps per rafforzare le pensioni di domani. Non si parla di trasformare l’Inps in una banca né di resuscitare esperimenti poco riusciti tipo FondInps — no. Però il ragionamento è questo: invece di lasciare quel denaro lì, inutilizzato, perché non farlo fruttare e restituirlo in forma di rendita?

In pratica, aiuterebbe chi è nel sistema contributivo (cioè chi ha iniziato a lavorare dopo il ’96) ad andare in pensione un po’ prima del previsto. Durigon ha chiarito che non si vuole toccare i fondi complementari. Anzi, sarebbe proprio un altro strumento, gestito dallo Stato, per produrre reddito da reinvestire nel sistema. Questo renderebbe più facile uscire prima dal lavoro, abbattendo alcune soglie oggi troppo alte. Ad esempio, chi ha almeno 30 anni di contributi e una pensione futura pari a 1.700 euro mensili potrebbe smettere di lavorare tre anni prima.