FIRMATA STAMANE, Nuova legge dipendenti: addio allo stipendio nei giorni di malattia | Trattati come animali al mattatoio

Lavoratore disperato senza soldi (Depositphotos foto) - www.managementcue.it
Paura e confusione tra i lavoratori dopo la notizia sullo stipendio in malattia: cosa sta succedendo davvero?
In questi giorni se ne è parlato ovunque: tra colleghi, al bar sotto casa, e soprattutto online. Una notizia che ha scatenato un bel po’ di panico: “Se ti ammali, non ti pagano più”. E giù polemiche, meme amari, gruppi WhatsApp impazziti e gente preoccupata davvero.
È bastato poco per innescare una valanga. La paura si è diffusa più in fretta di un’influenza d’inverno. Titoli allarmanti, post condivisi a raffica, e quella sensazione spiacevole di essere sempre più deboli davanti a certe decisioni prese “dall’alto”.
Anche perché, diciamocelo, quando si tratta di diritti sul lavoro, la fiducia è sempre più scarsa. Il problema è che, in rete, una notizia si diffonde con una velocità impressionante. Tipo il gioco del telefono, ma con conseguenze reali.
E, come spesso accade, dietro la marea di notizie c’è un pezzo di verità che nessuno spiega bene. E in quel pezzo di verità ci sono casi concreti, già oggi, in cui un dipendente può perdere lo stipendio se si ammala. Sì, sul serio. E succede più spesso di quanto si pensi.
Cosa troverai in questo articolo:
Come non restarci fregati
In primis bisogna conoscere bene quali tutele ti spettano. La prima è l’indennità dell’INPS, che parte dal quarto giorno (sì, dal quarto!) e può durare – a seconda del contratto – fino a sei mesi. L’ammontare varia: dipende dal tipo di lavoro, dall’anzianità, e dal contratto nazionale. Quindi occhio: non è sempre la stessa cifra per tutti.
Alcuni contratti collettivi poi prevedono l’integrazione dello stipendio fin da subito, o un periodo di comporto più lungo. Per chi invece teme di superare quei famosi giorni, ci sono strade alternative: tipo l’aspettativa non retribuita, oppure il part-time terapeutico. Ma bisogna parlarne con il medico e il datore. Insomma, niente panico. Ma nemmeno superficialità. Perché a volte non sapere costa più di tutto. Ma cosa è successo in concreto?
Che succede quando ti ammali
Allora facciamo un attimo ordine. La notizia, smentita anche da circuitolavoro.it, è partita male e si è diffusa peggio. Ma partiva comunque da un fatto reale: non sempre la malattia garantisce lo stipendio. Non nel modo in cui molti credono. Per esempio, c’è il famoso “periodo di comporto”: è il numero massimo di giorni in cui puoi stare a casa malato senza rischiare il licenziamento. Superato quel limite? L’azienda può mandarti via e ovviamente interrompere il pagamento.
E poi c’è il cosiddetto “periodo di carenza”, che sono i primi tre giorni di malattia. Lì, per tanti lavoratori privati, niente indennità. A meno che il datore non decida di rimetterci di tasca sua, non prendi un euro. Capisci? Pure se stai a casa con la febbre per due giorni, ti costa soldi. E ancora: se sbagli a mandare il certificato medico o salti un controllo dell’INPS, puoi anche dire addio all’indennità. Malattia vera, eh, ma comunque niente stipendio.