Legge 104, addio ai congedi straordinari: “Non ci interessa niente dello stato del disabile” | Lo devi lasciare da solo tutto il giorno

Legge 104, cosa succede sull'assistenza per i disabili? Ecco cosa sta accadendo e quali sono le modalità per prestare assistenza a un familiare. (Canva Foto) - managementcue.it
Legge 104, cosa succede sull’assistenza per i disabili? Ecco cosa sta accadendo e quali sono le modalità per prestare aiuto.
I congedi straordinari previsti dalla Legge 104 sono un aiuto per le famiglie che si occupano di persone con disabilità. Questi permessi consentono ai caregiver di prendersi del tempo necessario per l’assistenza senza perdere lo stipendio.
Le nuove disposizioni potrebbero stabilire una riduzione del diritto al congedo, oppure il suo termine. Come prenderti cura di un familiare se non hai l’orario di permesso che ti serve per portarlo a una visita medica o per fare la spesa?
Le famiglie potrebbero a una scelta difficile: continuare a lavorare, lasciando il proprio caro da solo, oppure rinunciare al reddito per garantire l’assistenza necessaria. La cura delle persone care non può essere responsabilità di qualcun altro.
L’assistenza alle persone che non sono autonome potrebbe gravare solo ai familiari più stretti. La legge impone che a occuparsi è il coniuge, poi il figlio in assenza del marito o della moglie, o ancora i fratelli. Come gestire la cura delle persone care con le nuove direttive?
Cosa troverai in questo articolo:
Come assistere un familiare
Molti lavoratori che prima potevano contare su questi permessi per garantire assistenza ora si trovano senza alternative concrete? La scelta va ben oltre il semplice lavorare o prendersi cura di chi è accanto.
Questa decisione potrebbe aumentare i problemi sociali e sanitari, perché molti caregiver potrebbero essere costretti a ridurre l’orario di lavoro o a lasciare il posto per occuparsi dei familiari. Il cambiamento riguarda le ore e i giorni di congedo.
Il caso
Per Brocardi, una donna si è vista negare i congedi della 104. Anche se la normativa è chiara e i congedi cambiano, l’assistenza ai familiari non viene meno. Non si deve scegliere se lavorare o se prendersi cura, ma c’è di più. Ora le nuove disposizioni prevedono la possibilità di dividere l’orario in base alle esigenze, così da non far venire meno l’intera giornata.
Nel caso riportato, la donna non abitava con la persona a cui prestava assistenza. Così le sono stati negati i permessi. Per risolvere la questione, si può predisporre una dimora temporanea per un massimo di 12 mesi. Così il caregiver risulta che abita con la persona che ha bisogno di aiuto. La domanda si presenta all’Inps e consente di avere accesso anche a Opzione Donna e Ape Sociale. Se l’Inps rifiuta, si può presentare ricorso entro 90 giorni.