Addio penny statunitensi: gli USA smetteranno di produrli

Il penny sta per scomparire dagli Stati Uniti? Ecco cosa sta accadendo e cosa cambia nelle tasche degli americani (screenshot DC Coin World/YouTube) - managementcue.it
Il penny sta per scomparire dagli Stati Uniti? Ecco cosa sta accadendo e cosa cambia nelle tasche degli americani
La moneta da un centesimo americano sta per scomparire. Come riporta Il Post, che si riferisce a un comunicato stampa del Dipartimento del Tesoro americano, produrla costa di più del suo valore effettivo. Infatti, è l’ente che smette di comprare i materiali che servono per produrre le monetine con Abraham Lincoln.
Il penny non svanisce subito dai portafogli degli americani, perché ci sono le monete vecchie in circolazione e c’è altro denaro di questo taglio nei magazzini. La questione dei penny sarebbe nell’aria dall’epoca dell’amministrazione Obama.
Da allora si iniziava a vedere che i penny avevano meno valore del loro costo di produzione. Il divario non era così netto. Nel 2015 realizzare un penny costava 1,3 penny, ma ora la cifra è diversa, così si sarebbe scelto di correre ai ripari.
Il dipartimento del Tesoro americano ha risolto un problema, ma potrebbe ritrovarsene con degli altri. Quali sono le conseguenze della fine dei penny e come faranno gli americani in questa economia di dazi?
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L’aumento dei materiali
Il penny ha visto aumentare il costo delle materie prime: parliamo di zinco e bronzo. Con la mancata produzione di penny, gli USA risparmiano per il Dipartimento 56 milioni di dollari, senza contare le spese in meno per la chiusura dei macchinari. La soluzione più semplice sarebbe arrotondare al nichelino, pari a 5 centesimi.
Il processo potrebbe essere simile a quanto accaduto in Italia, dove si arrotonda per eccesso o per difetto con i 5 centesimi nei supermercati. Il problema che emergerebbe per Il Post è che anche il nichelino costa. La produzione ha un costo finale di 13,78 centesimi, ma il nichelino ne vale solo 5.
Cosa accade al penny
Stando a quanto riporta italiareportusa.com, il penny ha 230 anni di storia, con la prima moneta coniata nel 1792. Il 60% dei penny è in casa e ha un valore di 1,14 miliardi di dollari. Il caso canadese lascia ben sperare: il Paese ha eliminato il centesimo nel 2013 senza problemi. Il penny, però, resta nell’immaginario collettivo degli americani. L’intero Congresso americano è stato d’accordo per eliminarlo, anche sulle spinte di Trump. D’altra parte, il penny ha perso potere di acquisto. Nel 1925 valeva quanto 19 centesimi di oggi.
Secondo cnbc.com, il problema riguarda gli americani che pagano in contanti e che non hanno un conto corrente. Per loro, l’arrotondamento potrebbe dire pagare di più. Lo stesso vale per riscuotere bonifici o assegni dove la cifra completa prevede l’uso del penny, come 5,16 dollari. Il penny serve con il nichelino, i 10 centesimi e la banconota da 5 dollari. Con il penny sparito dalla circolazione, quelli disponibili potrebbero diventare di valore e rappresentare oggetti da collezione, come è accaduto in Italia con le 50 e le 100 lire, oppure nel passaggio dalla Lira all’Euro. L’assenza dei penny riduce il costo ambientale, perché non serve più quella gran quantità di zinco dalle miniere necessaria per produrre il centesimo americano, con buona pace di Lincoln.