ULTIMA ORA PRONTO SOCCORSO, scatta la tassa medico durante: o paghi o non ti visitiamo | Trattati come bestie nelle gabbie

Tassa pronto soccorso illustrazione (Canva foto) - managementcue.it
Pronto Soccorso, un nuovo ostacolo all’accesso alle cure per chi non ha scelta: ora devi pagare la tassa per farti visitare.
Fino a pochi anni fa, entrare in un Pronto Soccorso italiano significava sentirsi al sicuro. Un diritto, quello alla salute, che sembrava intoccabile. Non serviva né una carta di credito né una lunga trafila burocratica: bastava star male. E qualcuno si sarebbe preso cura di te, subito.
Certo, il sistema non è mai stato perfetto. Le attese, le sale affollate, il personale stremato. Ma al di là delle carenze, c’era sempre la certezza che nessuno sarebbe stato lasciato indietro. Un codice colore, una barella libera, una mano tesa: era questo il volto umano del Servizio Sanitario Nazionale.
Ma oggi, in quelle stesse corsie, qualcosa è cambiato. Chi arriva non sa più se sarà accolto o respinto. Non conta quanto stia male. Conta se può pagare. Perché, oltre alle vecchie regole del triage, si è aggiunto un nuovo criterio, che nulla ha a che vedere con la medicina o con l’urgenza.
La sensazione, per chi entra e si sente dire che deve pagare per essere visto, è quella di essere trattato come un numero, non come un paziente. C’è chi parla di umiliazione, di disumanità. E mentre la politica discute, chi ha bisogno resta sulla soglia, a domandarsi se potrà varcare quella porta.
Cosa troverai in questo articolo:
Una tassa che cambia tutto
Non è una voce, né un’ipotesi futura. Si chiama “tassa medico curante” e si applica già oggi in alcuni Pronto Soccorso italiani. Lo racconta Pianoinclinato, riportando che chi arriva in ospedale senza una reale emergenza, ma ha bisogno di una visita, deve pagare. Non importa il disagio, non conta il dolore. Senza quel contributo, il medico non ti visita.
La misura riguarda in particolare i casi con codice bianco, considerati non urgenti. Ma la novità è che anche per codici verdi – quelli che indicano una situazione di media gravità – potrebbe essere richiesto un pagamento, a meno che non si sia stati indirizzati dal proprio medico di base. In sostanza: o ci si rivolge prima al medico curante, o si paga. Anche in piena notte, anche se non si ha alternativa. Una scelta che, di fatto, colpisce proprio chi è più fragile o solo.
L’impatto sui pazienti più vulnerabili
Chi non ha un medico curante disponibile, chi è solo, chi non parla bene l’italiano o chi vive in condizioni di marginalità rischia di essere escluso dalle cure. Il nuovo criterio economico si sovrappone a quello sanitario, creando una barriera che molti non possono superare. In casi di dubbio, l’istinto dovrebbe essere quello di cercare aiuto, non di fare calcoli. Ma oggi, prima di entrare in Pronto Soccorso, qualcuno deve pensare al portafoglio.
Non si tratta solo di una questione burocratica, ma di una frattura culturale profonda. Il Pronto Soccorso era l’ultima rete per chi non aveva alternative. Con questa tassa, si rompe quel patto implicito tra cittadino e istituzione. E