Passaporto, ecco com'è cambiata la questione visti nel tempo (DepositPhotos) - ManagementCUE
Il visto d’ingresso ha una storia molto interessante, ecco tutto quello che c’è da sapere su questo documento fondamentale
Chi visita un paese straniero deve avere diversi documenti con sé. Uno di questi è quello del visto d’ingresso. Difatti, grazie a un documento simile, è possibile accedere all’estero senza problemi di alcun genere.
Il visto potrebbe addirittura essere considerato il documento da avere per essere cittadino del “mondo”. Comunque, il concetto di sicurezza legato a un documento simile che aiutasse a riconoscere l’identità di una persona straniera ha radici antiche nella storia umana.
Proprio così: oggi si parla di passaporto cartaceo e biometrico ma in realtà un documento simile era presente addirittura nel Medioevo. Come si è evoluto il visto d’ingresso nel corso del tempo?
Quali sono i vantaggi di averlo oggi? Ecco tutto quello che c’è da sapere a questo proposito facendo un’analisi accurata al riguardo.
Secondo i ricercatori, le prime tracce di visto d’ingresso risalgono al V secolo a.C. grazie a un ufficiale persiano che voleva visitare la Giudea ma dovette prima fare una richiesta al Re di Giudea, ottenendo in cambio una pergamena che certificasse la sua possibilità di entrare nel paese. Comunque, nel corso del Medioevo il concetto di lasciapassare diventò molto più comune. Principalmente, funzionari diplomatici e nobili godevano di tali documenti, ma anche i mercanti ne facevano uso per viaggiare da un luogo all’altro.
In ogni caso, per arrivare a un punto di svolta quando si parla di lasciapassare o visti bisogna arrivare alla fine della Prima Guerra Mondiale. Entro il 1920, i visti assunsero un sistema burocratico simile a quello odierno. Ciò era fondamentale per poter garantire sicurezza al proprio paese, evitando problemi e conflitti. Diventarono essenziali timbri al controllo del confine, così da limitare l’accesso ai nemici o ai soggetti indesiderati.
Nei tempi moderni l’uso dei visti è leggermente diminuito. Questo perché non è richiesto per viaggiare in alcuni stati o in unioni interstatali. Basti pensare che è possibile praticamente visitare tutta l’Europa senza utilizzare il passaporto ma solo la propria carta d’identità.
In ogni caso, il passaporto oggi dovrebbe essere un documento comune per i viaggiatori di tutto il mondo. Questo perché permette di spostarsi liberamente da uno stato all’altro. In particolare, il passaporto italiano è uno dei migliori al mondo e concede l’accesso a 192 paesi senza aver bisogno del visto. Insomma, chi vuole viaggiare per il mondo e fare a meno del visto, dovrebbe sicuramente fare il passaporto.