Pensione, da oggi ci vai a 59 anni: non prendi la sociale e basta un solo requisito | La richiesta va inviata entro il 30 maggio

Pensione a 59 anni illustrazione (Canva foto) - managementcue.it
Pensione, da oggi puoi andarci a 59 anni: non serve più l’Ape Sociale, basta un solo requisito per lasciare il lavoro.
Il traguardo della pensione sembra spesso un’idea lontana, fatta di anni da accumulare, burocrazia complessa e speranze disilluse. Eppure, ogni tanto, qualcosa cambia davvero. Succede che una soglia che pareva invalicabile si abbassi, anche solo per alcuni. È ciò che sta avvenendo oggi, nel 2025, con una misura che ha attirato l’attenzione di molti.
In un’Italia dove il discorso sulle pensioni è costantemente soggetto a modifiche e revisioni, emergono spiragli di possibilità prima impensabili. Soprattutto per chi ha dedicato gran parte della propria vita non solo al lavoro retribuito, ma anche alla cura degli altri. È in questo contesto che una particolare categoria può ora guardare al proprio futuro con uno sguardo diverso.
Le vie per lasciare prima il mondo del lavoro ci sono, ma spesso sono costellate di vincoli. Ape Sociale, Quota 41, contributi precoci: tutte formule che richiedono requisiti stringenti e percorsi complicati. Ma ora una nuova opportunità si è aperta. E non si tratta di una proposta: è già legge.
L’annuncio non è passato inosservato, proprio perché riguarda una soglia d’età sensibilmente inferiore rispetto a quella canonica. Andare in pensione a 59 anni è qualcosa che cambia le prospettive. Ma chi può davvero approfittarne?
Cosa troverai in questo articolo:
Un cambiamento già in vigore
Come spiega Mandamentonotizie, la misura è già attiva dal 2025 e non prevede l’utilizzo dell’Ape Sociale. È l’evoluzione dell’Opzione Donna, pensata per chi svolge il delicato ruolo di caregiver. Le donne che assistono da almeno sei mesi un familiare convivente con disabilità grave, come stabilito dall’articolo 3 della legge 104, e hanno almeno due figli, possono andare in pensione a 59 anni. Il requisito fondamentale resta quello dei 35 anni di contributi maturati entro il 31 dicembre 2024.
La convivenza dev’essere effettiva, nello stesso stabile e con la stessa residenza anagrafica, anche senza condividere lo stesso appartamento. Attenzione però: la domanda va presentata entro il 30 maggio all’INPS. Dopo questa data, chi non ha rispettato i termini rischia di perdere la possibilità per quest’anno. La legge è in vigore, il tempo però è limitato.
Una finestra limitata ma concreta
La possibilità di accedere a questa forma di pensionamento anticipato rappresenta una concreta apertura per un gruppo ristretto ma significativo di lavoratrici. Non si tratta di una deroga generalizzata, ma di una finestra ben definita nel quadro previdenziale italiano. È l’ennesima conferma di come l’attività di cura familiare, spesso invisibile e non retribuita, stia finalmente trovando uno spazio di riconoscimento anche all’interno delle politiche del lavoro.
Il requisito della convivenza con il familiare disabile e della continuità nell’assistenza rende chiara l’intenzione del legislatore: non premiare genericamente una categoria, ma tutelare situazioni reali, quotidiane, di impegno costante. Chi rientra nei criteri indicati può così programmare la propria uscita dal mondo del lavoro con maggiore serenità. Tuttavia, è fondamentale agire subito: il termine ultimo per la presentazione della richiesta resta fissato al 30 maggio 2025, senza proroghe annunciate.