La terza guerra mondiale è alle porte: “Le aggressioni armate…” | L’annuncio della Von Der Leyen da brivido

Ursula Von der Leyen e quella rivelazione shock - Managementcue.it (DepositPhoto)
La terza guerra mondiale potrebbe davvero essere alle porte. Tutto ciò è dovuto alle varie aggressioni armate: l’annuncio della Von Der Leyen.
Le tensioni tra Ucraina e Russia rappresentano una seria preoccupazione per l’Unione Europea perché mettono a rischio la stabilità del continente. L’invasione russa del territorio ucraino, iniziata nel 2014 con l’annessione della Crimea e intensificata nel 2022 con l’attacco su larga scala, ha segnato il ritorno della guerra su suolo europeo.
Il conflitto scatenato da Vladimir Putin ha infranto principi fondamentali del diritto internazionale, come il rispetto della sovranità e dell’integrità territoriale, mettendo in discussione l’ordine geopolitico costruito in Europa dopo la Seconda guerra mondiale e la fine della Guerra Fredda.
La guerra è stato un disastro anche dal punto di vista economico, avendo ripercussioni specialmente sui paesi membri dell’UE. Le sanzioni imposte a Mosca ed il conseguente taglio delle forniture energetiche hanno generato instabilità nei mercati, spinto l’inflazione e costretto l’Europa a ripensare in fretta le proprie strategie energetiche.
Oltre agli aspetti militari ed economici, la guerra ha provocato anche una crisi umanitaria di enormi proporzioni. Milioni di profughi ucraini si sono riversati nei paesi dell’Unione Europea, che si è trovata ad affrontare una delle più grandi ondate migratorie della sua storia recente. Ora in queste ore è spuntata l’incredibile rivelazione sulla von der Leyen.
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Terza Guerra Mondiale, la von der Leyen ha previsto tutto: la rivelazione
Il cosiddetto “Libro Bianco” presentato dalla Commissione Europea e promosso dalla presidente Ursula von der Leyen ha sollevato forti polemiche per i toni e gli obiettivi esplicitamente orientati al riarmo dell’Unione Europea. Il documento sottolinea la necessità urgente di un incremento massiccio della spesa militare per garantire la sicurezza del continente.
Infatti l’Europa dovrebbe raggiungere questo obiettivo entro il 2030, con investimenti che arrivano fino a 800 miliardi di euro. L’intento appare chiaramente rivolto alla Russia, alla Cina e ai loro alleati, in un contesto globale già teso e fortemente polarizzato. Il dibattito su un progetto di tale portata, che coinvolge direttamente la sovranità e la spesa pubblica dei Paesi membri, non ha trovato un’adeguata eco nel Parlamento italiano, dove le attenzioni sembrano rivolte altrove.
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Questo silenzio, per molti strategico, metterebbe in luce una certa ambiguità tanto della maggioranza di governo quanto dell’opposizione, entrambe incapaci o riluttanti a schierarsi apertamente su un tema tanto delicato. La proposta europea implica infatti per l’Italia un raddoppio delle spese militari entro cinque anni.
A livello storico e politico, alcuni analisti leggono il riarmo europeo come la naturale prosecuzione delle scelte fatte dopo il crollo dell’Unione Sovietica. Dal Trattato di Maastricht, che consolidò l’egemonia economica tedesca in Europa attraverso l’euro, al ruolo crescente della NATO anche dopo la fine della Guerra Fredda. Oggi la Germania si ripropone come protagonista con un piano militare da 1.000 miliardi di euro, mentre la Commissione Europea si accoda con il proprio Libro Bianco.