ULTIM’ORA DIPENDENTI: “Fa troppo caldo non mi va di lavorare” | Addio licenziamento, il datore di lavoro non può dirti nulla

Non puoi essere licenziato perché smetti di lavorare per il caldo? Ecco cosa dicono le norme in merito (Canva Foto) - managementcue.it
Non puoi essere licenziato perché smetti di lavorare per il caldo? Ecco cosa dicono le norme in merito e come agire.
L’ondata di calore è un serio pericolo per i lavoratori, con impatto significativo sulla loro salute e sicurezza. Temperature alte prolungate aumentano il rischio di infortuni, affaticamento e diminuzione della concentrazione.
Il tasso di umidità fa percepire la temperatura ben più alta di quella reale. L’esposizione diretta al sole e al calore è rischiosa per chi svolge lavori fisici intensi all’aperto, come agricoltori, edili, o addetti alla manutenzione. Anche la capacità motorio-cognitiva potrebbe ridursi e causare incidenti.
Anche nei luoghi di lavoro al chiuso, dove non è possibile garantire una ventilazione o un’areazione condizionata adeguata, i lavoratori sono esposti a pericoli. La panificazione industriale, la macellazione o le cartiere possono diventare ambienti ad alto rischio durante le ondate di caldo.
La legge prevede precise tutele per i lavoratori. Il datore di lavoro deve prendere le contromisure prima che arriva il calore intenso e non può licenziare in alcuni casi previsti dalla legge. Quali sono?
Cosa troverai in questo articolo:
Il rischio di licenziamento
L’affaticamento, la spossatezza e la difficoltà di concentrazione diminuiscono l’efficienza e la qualità del lavoro svolto. Per il datore di lavoro, ciò si traduce in rallentamenti, potenziali errori e una minore resa.
Il datore di lavoro non può procedere al licenziamento del lavoratore. La legge tutela la salute e la sicurezza del lavoratore come priorità assoluta. Di fronte a rischi per la salute causati da temperature estreme, il datore di lavoro è tenuto ad adottare misure preventive, come la Cassa Integrazione Guadagni Ordinaria (CIGO), o a sospendere le attività.
Come funziona
La Cassa Integrazione Guadagni Ordinaria (CIGO) è un ammortizzatore sociale. Come informa Brocardi.it, la CIGO si applica in situazioni di eventi transitori e non imputabili al datore di lavoro o ai lavoratori, come crisi di mercato, mancanza di materie prime, o avverse condizioni meteo come le ondate di calore.
Per richiedere la CIGO, l’azienda deve presentare una domanda all’INPS. La richiesta deve specificare la causale della sospensione o riduzione dell’attività (nel caso del caldo, “eventi meteo”), il periodo interessato e il numero di lavoratori coinvolti. L’azienda deve dimostrare che è un evento temporaneo e che non dipende da nessuno. L’INPS valuta la conformità della domanda ai requisiti normativi, compresa la verifica delle condizioni meteo con i bollettini ufficiali o la valutazione della temperatura percepita per il rischio da calore. Non sei a rischio di licenziamento se rallenti per il caldo, anzi, la legge ti tutela!