Eni riacquista oltre 3 milioni di azioni proprie: cosa significa per gli investitori e per il mercato

Illustrazione del logo di ENI (Depositphotos FOTO) - managementcue.it
Eni si riprende e acquista milioni di azioni. Tutto ciò influenzerà inevitabilmente il mercato e le decisioni degli investitori.
C’è un’operazione finanziaria che, pur passando spesso inosservata al grande pubblico, riveste un ruolo chiave nelle strategie delle grandi aziende: il riacquisto di azioni proprie, noto anche come buyback. Non si tratta solo di numeri su una tabella: è una mossa che può dire molto su come una società gestisce il proprio capitale, e su cosa vuole comunicare agli investitori. Eni, una delle principali compagnie energetiche italiane, sta seguendo con costanza proprio questa strada.
Tra il 2 e il 6 giugno 2025, Eni ha acquistato oltre 3,7 milioni di sue azioni sul mercato Euronext Milan. Per essere precisi: 3.779.312 titoli, corrispondenti allo 0,12% del capitale sociale. L’operazione è costata circa 50 milioni di euro, con un prezzo medio di 13,23 euro per azione. Questi numeri fanno parte di un programma di buyback ben più ampio, approvato dagli azionisti il 14 maggio e partito il 20 dello stesso mese (Eni Press Release; TipRanks).
Finora, nel giro di poche settimane, il piano ha già portato al riacquisto di oltre 10,7 milioni di azioni, cioè circa lo 0,34% del capitale totale per un valore complessivo superiore a 140 milioni di euro. E con questi ultimi acquisti, Eni detiene attualmente oltre 102 milioni di azioni proprie, pari al 3,25% del capitale. Un risultato che suggerisce una strategia ben precisa, con l’obiettivo di rafforzare il valore per gli azionisti e ottimizzare la struttura finanziaria del gruppo.
Ora, al di là delle cifre, vale la pena capire come si sono articolati questi acquisti quotidiani, e soprattutto qual è il senso di un’operazione di questo tipo nel contesto attuale. Perché sì, dietro a una serie di righe in un report si nasconde un mondo di scelte e riflessioni aziendali.
Cosa troverai in questo articolo:
Acquisti giornalieri e numeri del buyback
Il report pubblicato da Eni l’11 giugno 2025 entra nei dettagli del periodo 2–6 giugno. Ogni giorno, la compagnia ha effettuato acquisti sul mercato regolamentato con volumi simili e importi che si aggirano sui 10 milioni di euro. Il 2 giugno sono state comprate 761.400 azioni a un prezzo medio di 13,13 €, mentre il giorno successivo le operazioni hanno riguardato 756.612 titoli a 13,21 € circa. Anche il 4 e il 5 giugno il ritmo è rimasto costante, con rispettivamente 752.000 e 757.000 azioni acquistate, a prezzi di poco superiori ai 13,20 €.
L’ultima giornata, il 6 giugno, ha visto il riacquisto di 752.300 azioni a 13,29 €, portando il totale settimanale a quota 3.779.312 pezzi. Tutto documentato con precisione nella sezione “Shareholders’ Remuneration” del sito ufficiale di Eni. L’obiettivo non è semplicemente acquistare titoli per tenerli in portafoglio, ma piuttosto intervenire in modo strategico sulla composizione del capitale sociale e, indirettamente, influire sul valore percepito delle azioni sul mercato.
Strategie di fondo e impatto sugli investitori
Guardando il quadro più ampio, il programma di buyback avviato da Eni si inserisce in una politica di gestione del capitale orientata alla valorizzazione del titolo e alla fidelizzazione degli investitori. Comprare le proprie azioni riduce il numero totale di titoli in circolazione, con l’effetto (almeno potenziale) di aumentare l’utile per azione e sostenere la quotazione in borsa. Ma c’è anche una componente più simbolica: trasmettere fiducia nei propri fondamentali, mostrando che la società stessa è disposta a investire su di sé.
Secondo l’articolo pubblicato da TipRanks l’11 giugno 2025, Eni sta perseguendo una strategia ben chiara: rafforzare la propria posizione finanziaria e offrire una remunerazione competitiva agli azionisti. Dall’inizio del programma, sono state riacquistate 10.719.220 azioni, per un esborso complessivo di oltre 140 milioni di euro. A oggi, la società possiede 102.329.547 azioni proprie, cioè circa il 3,25% del capitale. Numeri che rafforzano il messaggio di solidità finanziaria, soprattutto in un periodo storico dove la fiducia nel settore energetico è un tema centrale (Eni Press Release; TipRanks).