DISASTRO PENSIONI, arriva la comunicazione dall’INPS: “versate contributi ma non la prenderete mai” | Scoppia la guerra dei poveri

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Inps pensione (Canva e Depositphotos foto) - www.managementcue.it

Disastro pensione, un’ombra sempre più concreta si allunga su chi ha lavorato per anni sperando in una vecchiaia serena.

La promessa di una pensione come giusto ritorno dell’impegno lavorativo rischia oggi di svanire per una parte crescente della popolazione. Soprattutto per chi, per mille ragioni, ha iniziato a contribuire tardi o ha avuto carriere discontinue.

La fiducia nel sistema previdenziale vacilla, e le domande iniziano a farsi pressanti.

È legittimo chiedersi se i contributi versati nel corso degli anni abbiano davvero un valore garantito. In un sistema che si fonda sul principio della contribuzione, si scopre che non tutti i contributi sono uguali.

Anzi, in certi casi, possono diventare completamente inutili. Un incubo per chi sperava che, almeno alla soglia della vecchiaia, lo Stato sarebbe intervenuto a offrire un minimo di sostegno.

Brutte notizie da parte dell’Inps

La crisi occupazionale, il precariato, la discontinuità lavorativa e le difficoltà economiche portano sempre più italiani a iniziare una carriera contributiva in età avanzata. Aprire una partita IVA dopo i 50 anni o rientrare nel mondo del lavoro dopo una lunga pausa può sembrare un nuovo inizio, ma spesso si trasforma in un investimento a fondo perduto. Anche un decennio di contributi, in certe condizioni, non basta a garantire una pensione.

Nel frattempo, si alimenta la “guerra dei poveri”, tra chi ha versato contributi e non avrà nulla, e chi, pur senza averne mai versati, accede comunque a strumenti assistenziali. Il rischio di fratture sociali è concreto, soprattutto quando la percezione è quella di un sistema iniquo, che penalizza chi ha tentato di fare la propria parte.

Pensionati
Pensionati (Canva foto) – www.managementcue.it

Cosa si rischia davvero con i contributi silenti

Secondo quanto spiegato da Brocardi, una fetta importante di lavoratori è inconsapevolmente esclusa dal diritto alla pensione. Chi non raggiunge la soglia minima contributiva prevista dalla legge non riceverà alcuna prestazione previdenziale. Si tratta di un dato drammatico: i contributi restano “silenti”, congelati nei bilanci dell’INPS e incapaci di produrre qualsiasi reddito futuro.

Chi ha iniziato a versare contributi dopo i 50 anni o ha avuto versamenti saltuari, rischia di non accedere nemmeno alla pensione contributiva a 71 anni, soprattutto se non ha almeno cinque anni di contributi dopo il 1996. In questi casi, senza il cumulo tra gestioni, il riscatto di periodi scoperti o la prosecuzione volontaria dei versamenti, la pensione non arriverà mai, nonostante anni di lavoro e sacrifici. La comunicazione dell’INPS è chiara: senza i requisiti minimi, i contributi non danno diritto a nulla.