Era la meta delle vacanze italiane anni 90: oggi la movida è solo un ricordo | Ormai è un luogo deserto e abbandonato

Spiaggia deserta (Depositphotos foto) - www.managementcue.it

Spiaggia deserta (Depositphotos foto) - www.managementcue.it

Un tempo simbolo indiscusso dell’estate italiana, oggi fatica a sopravvivere tra spiagge semivuote e ricordi di una movida che non c’è più.

Fino a qualche anno fa bastava il nome per evocare sabbia, sole e notti infinite. Oggi, qualcosa si è rotto. Chi ci lavora, chi ci abita o semplicemente ci passa qualche giorno, lo nota subito: c’è un’aria diversa, più lenta, meno affollata.

Soprattutto certi giorni, quando anche i bagnini sembrano guardare l’orologio più del mare. Negli anni d’oro era una certezza. Ogni estate, stessa spiaggia, stesso ombrellone. Ma ora quei ricordi sembrano un po’ sbiaditi. Questo luogo, che una volta non dormiva mai, oggi a tratti sembra fermo.

E non è una questione di nostalgia: è proprio cambiato il ritmo. Chi c’è stato di recente, lo sa bene. Sembra quasi una situazione a intermittenza. Una roba surreale, se si pensa com’era negli anni Novanta. Il punto è che le ferie lunghe sono diventate un lusso per pochi.

Molti italiani, soprattutto quelli che tenevano in piedi interi stabilimenti per mesi, oggi arrivano, prendono un caffè al bar e ripartono subito. A malincuore, magari, ma il portafoglio decide per tutti. E anche i gestori, che hanno provato per anni a compensare, ora si trovano a fare i conti con la realtà.

La nuova estate lampo

Ormai lo sanno anche i gabbiani: la vera stagione è sabato e domenica. Il resto? Giornate lente, spiagge semivuote, e i lettini che restano chiusi. I titolari provano a tenere duro, offrono pacchetti e promozioni, ma il grosso del guadagno si concentra in 48 ore. Tutto il resto è in bilico.

Ci sono ancora i turisti stranieri, quelli che magari restano una settimana intera. Ma gli italiani no, o meglio, molti non possono più permetterselo. Le spese sono aumentate, i salari no, e la vacanza lunga è diventata un sogno. Anche perché — diciamolo — con i prezzi attuali non è facile restare più di tre giorni senza fare troppi conti. E una zona in particolare ne sta soffrendo.

Il commento sulla situazione (X screenshot) - www.managementcue.it
Il commento sulla situazione (X screenshot) – www.managementcue.it

C’è chi parla di crisi, c’è chi dice che è solo cambiato tutto

C’è chi sfoga sui social tutto questo malcontento: “È da metà anni ’90 che la gente ha incominciato ad andare al mare solo nel week-end perché non ha soldi, ma per quasi trent’anni i romagnoli hanno bilanciato gli incassi alzando i prezzi… adesso la corda si è spezzata”. Dice così un utente su X, senza tanti giri di parole. Ed è forse proprio qui il nocciolo della questione: una lunga resistenza durata decenni, fatta di rincari, compromessi, e ora il crollo.

Lo confermano anche i giornali che la Riviera era il regno della classe media, che oggi sostanzialmente non esiste più. Difficile dargli torto. La Riviera romagnola, che per anni è stata il simbolo dell’estate italiana, oggi fatica a riconoscersi. I conti non tornano più, la gente neppure.