Addio alle tasse per i milionari: le pagheranno solo i cittadini comuni | A fare la fame è sempre il popolo

Giorgia Meloni (giorgiameloni.it/Canva) - managementcue.it
Il nuovo sistema fiscale, sembra colpire principalmente le persone comuni, del popolo. Ma cosa si nasconde, davvero, dietro a tutto questo?
Le tasse si configurano, da sempre, come uno degli strumenti fondamentali attraverso cui uno Stato finanzia i propri servizi, e garantisce il benessere collettivo. Ogni cittadino, infatti, proprio attraverso il pagamento dei tributi, contribuisce a sostenere settori essenziali, alla stregua di sanità, istruzione, trasporti e sicurezza.
Il sistema fiscale, dal canto suo, può esser diretto o indiretto: e nel primo caso, include imposte come l’IRPEF o l’IRES, calcolate sul reddito. Mentre nel secondo, comprende tasse applicate su beni e servizi, come l’IVA. Una suddivisione, questa, la quale consente allo Stato di diversificare le entrate, e di mantenere un equilibrio fra chi guadagna di più e chi di meno.
Anche se, non di rado, le tasse son tuttavia percepite come un peso. Giacché l’elevata pressione fiscale, in alcuni Paesi, può appunto generare malcontento, e incentivare l’evasione, creando quindi squilibri, nel sistema economico.
Eppure, ciò nonostante, una gestione trasparente e un uso corretto dei fondi pubblici, possono trasformare le tasse in un vero investimento, per la collettività.
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Un quadro da 43 milioni di euro
In un museo è stato esposto un dipinto venduto per la cifra sorprendente di, circa, 43 milioni di euro. Trattandosi di un’opera raffigurante una semplice linea al centro della tela. Motivo per cui, molti si chiedono come sia possibile raggiungere un prezzo simile, per un lavoro così (almeno all’apparenza) minimale. Capendo, attraverso un determinato ragionamento, che dietro a questa vendita si nascondono in realtà dinamiche economiche e fiscali, che meritano proprio di esser analizzate.
Nello specifico, un milionario ha commissionato a un artista, la realizzazione di quest’opera, pagandola solo 25 mila euro. E dopo averla creata, l’opera è stata valutata da un esperto, stimandola esattamente 43 milioni di euro. A questo punto, il collezionista ha venduto il dipinto a un museo per la su detta cifra stabilita, ottenendo poi una detrazione fiscale equivalente al valore della vendita. Di conseguenza, risparmiando in seguito, milioni di euro di tasse.
Il dibattito sul valore dell’arte
Chi osserva la tela, può facilmente pensare che pagare una cifra così alta, per una linea verticale, sia una follia. Tuttavia, non mancano coloro i quali sostengono, invece, che la vera bellezza dell’arte risieda nella capacità di suscitare emozioni; e che chi critica, forse, non riesce in realtà a coglierne il significato profondo.
Le interpretazioni, comunque, son molteplici: poiché alcuni vedono in questo sistema, una forma di riciclaggio di denaro; altri, pensano sia una sorta di furto legalizzato; mentre c’è chi ritiene che il valore di un’opera, sia determinato dal mercato, cioè da chi è disposto a pagarla anche più del dovuto. Una vicenda, insomma, evidenziante quanto sia complesso comprendere l’arte contemporanea.