Non c’è futuro per i giovani: niente università e niente lavoro per le nuove generazioni | Porterà il Paese alla rovina

Lavoratore giovane

I giovani che studiano o lavorano sono sempre meno? Scopri ora cosa dicono gli ultimi dati (Canva Foto) - managementcue.it

I giovani che studiano o lavorano sono sempre meno? Scopri ora cosa dicono gli ultimi dati e come funziona in Italia.

Scuola e lavoro sembrano distanti per molti giovani, un percorso difficile da intraprendere. Le difficoltà a trovare un’occupazione o a proseguire gli studi rendono un problema il loro ingresso nella società adulta. Un futuro incerto attende chi non trova la sua strada nel mondo professionale o accademico.

La percezione di distanza crea un senso di smarrimento e frustrazione. Molti si sentono esclusi, senza strumenti per costruirsi una carriera. La mancanza di opportunità rende difficile per loro esprimere il pieno potenziale.

Le nuove generazioni si trovano di fronte a un mercato del lavoro che richiede esperienze non acquisite e un sistema educativo che a volte non dialoga con le esigenze attuali. La distanza crea un divario generazionale, e penalizza chi cerca la sua prima occasione.

Il problema non riguarda solo gli individui, ma l’intera società. Una nazione che non valorizza i suoi giovani perde energia e capacità di sviluppo. Stiamo per rivelare le ultime informazioni in merito.

Cosa troverai in questo articolo:

Cosa succede

Le ultime statistiche dipingono un quadro preoccupante: oltre due milioni di giovani, nella fascia di età tra i 15 e i 34 anni, non studiano e non lavorano. Sono i cosiddetti “neet”, un acronimo inglese per “Not in Education, Employment or Training”.

Parliamo di una cifra che pone l’Italia ai primi posti in Europa per percentuale di giovani nella condizione. Parla di un dato che riflette una chiara difficoltà del sistema Paese a integrare le nuove generazioni nel mondo produttivo e formativo, con un impatto negativo sulla crescita economica e sociale. Quali sono i dati?

Lavoro
Stress da lavoro (Canva Foto) – managementcue.it

Gli ultimi dati

Come dice il professor Alessandro Rosina, demografo e docente di Statistica sociale all’Università Cattolica di Milano, “Non bisogna sprecare neanche un giovane“. Il video pubblicato l’11 luglio 2025 dal @corriere sul suo profilo Instagram spiega che lasciare i giovani in una condizione di neet ha conseguenze su tutto il sistema Paese e investire sui giovani è la cosa migliore che un Paese può fare.

In Italia nel 2024 sono oltre 2 milioni i giovani, con età tra i 15 e i 34 anni, che non studiano e non lavorano. Sono chiamati “neet”. L’Italia ha una delle percentuali più alte d’Europa. Nella fascia 15-29 anni, sono il 15,2%. La Romania ha il 19,4%. La media UE è dell’11% e l’obiettivo per il 2030 è arrivare al 9% come media dei Paesi membri.