Se occupi casa il comune ti premia: ti pagano l’immobile e anche le spese | Penalizzato chi è onestamente in graduatoria

Occupare casa

Occupare casa novità (Canva foto) - www.managementcue.it

Un caso riaccende il dibattito sulle politiche abitative e sui criteri di assegnazione delle case popolari.

A Roma, tra palazzi storici e quartieri in continua trasformazione, il tema della casa resta uno dei più urgenti e divisivi. Le liste d’attesa per l’assegnazione di un alloggio popolare si allungano ogni anno, mentre le speranze di chi attende si affievoliscono lentamente. In questo scenario, le scelte dell’amministrazione comunale finiscono spesso al centro di critiche, soprattutto quando sembrano ignorare il senso di equità.

Nel frattempo, l’occupazione abusiva di edifici continua a essere una realtà diffusa. Tra emergenze sociali e risposte istituzionali poco coordinate, molte situazioni sfuggono al controllo. In alcuni casi si parla di disagio reale, in altri di strategie organizzate per ottenere vantaggi al di fuori delle regole. Il confine è labile e la frustrazione cresce soprattutto tra chi, pur in difficoltà, continua a rispettare le procedure.

Non è raro che certe occupazioni vengano giustificate da chi le promuove come forma di lotta o resistenza. Alcuni collettivi e centri sociali sostengono che l’occupazione sia l’unico modo per sopravvivere in una città che non offre soluzioni.

Ma la questione si complica quando queste situazioni vengono di fatto riconosciute dalle istituzioni, alimentando l’idea che l’illegalità possa diventare legittima se sostenuta abbastanza a lungo.

Una scelta che cambia le regole

Ha fatto discutere la decisione del Comune di Roma di acquistare un immobile occupato abusivamente, per poi proporre agli occupanti un affitto calmierato. Un gesto che, secondo molti, segna un punto di svolta: invece di procedere con uno sgombero, si sceglie di regolarizzare la presenza degli occupanti a spese della collettività. Il caso, raccontato anche nel profilo Instagram di Roby Di Stefano, ha sollevato una valanga di reazioni, soprattutto per le implicazioni simboliche e politiche.

A generare indignazione non è solo il valore economico dell’operazione, ma il messaggio che trasmette. Chi ha occupato una casa senza titolo si ritrova oggi con un tetto stabile, legalizzato e persino sovvenzionato. Chi, invece, ha seguito le regole, si sente abbandonato. “Occupare conviene più che aspettare?” è la domanda che riecheggia tra chi da anni attende un alloggio popolare rispettando ogni passaggio burocratico.

Occupare casa
Occupare casa (Canva foto) – www.managementcue.it

Il caso che ha fatto esplodere le polemiche

L’edificio in questione si trova in una zona centrale della città ed era stato trasformato da tempo in uno spazio abitativo autogestito. Il Comune ha deciso non solo di non procedere allo sgombero, ma addirittura di comprare l’immobile, legittimando di fatto un’occupazione nata fuori da qualsiasi percorso ufficiale. Per alcuni è una scelta “umana”, per altri un precedente pericoloso.

Il timore è che questa linea politica possa incentivare nuove occupazioni. Se occupare una casa significa ottenere prima un alloggio e magari anche un affitto ridotto, il rispetto delle regole rischia di diventare un boomerang. La fiducia nelle istituzioni si incrina, soprattutto tra chi si è affidato al sistema e ora si ritrova scavalcato da chi lo ha ignorato.