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Che differenza c’è tra una buona idea e un vero business?

Non basta l’idea: come sostiene l’IMD, impegno, verifica del mercato e condizioni adeguate convertono un concetto nell’opportunità sperata.

Le grandi innovazioni nel settore imprenditoriale spesso scaturiscono da idee semplici, un’illuminazione che racchiude la potenzialità di trasformare il mondo.

Tuttavia, l’evoluzione dell’innovazione mostra chiaramente che avere una buona idea non è sufficiente per creare un’impresa di successo. Il buon Pino D’Angiò cantava infatti “Che idea? Ma quale idea?“; quasi profetico, diremmo noi.

La distinzione tra un’idea e un’autentica impresa risiede nella capacità di tradurre la propria visione in azioni concrete, convalidare il modello nel mercato e adattarsi alle circostanze esterne. Come spesso evidenziato nei testi sull’imprenditorialità, le idee sono come semi: necessitano di tempo, cura e un ambiente favorevole per svilupparsi.

È in questa luce che l’analisi realizzata dalla IMD Business School aiuta a fare distinzione tra ciò che è solo un’idea e ciò che può diventare un valore concreto.

Intuizioni ed occasioni

Secondo Peter Vogel, professore di imprenditorialità alla IMD, «le idee imprenditoriali sono il frutto dell’ispirazione, mentre le opportunità richiedono impegno». Un’idea non possiede valore intrinseco se non viene sviluppata tramite analisi di mercato, sperimentazioni, aggiustamenti e, in particolare, attraverso la capacità di creare un contesto favorevole. Ciò che un imprenditore percepisce come opportunità, per un altro può sembrare insignificante: entrano in gioco abilità, esperienze, capitale sociale e addirittura reti di contatti. Negli ultimi anni, il dibattito accademico si è focalizzato sulla natura delle opportunità: sono scoperte oppure create? Più che una semplice disputa teorica, il tema centrale è capire come trasformare intuizioni incompiute in strategie pratiche.

La metafora proposta da Vogel è quella del giardiniere: un seme non può crescere in un albero senza attenzioni, acqua e luce. Analogamente, un’idea non si trasforma in impresa senza un impegno di tempo, risorse e capacità di adattarsi. Sono necessari test di mercato, modifiche strategiche e un costante processo di apprendimento. È in questo cammino che si differenziano i veri imprenditori: non chi ha avuto l’idea, ma chi è riuscito a convertirla in un modello di valore. I tre elementi fondamentali sono: pazienza e resilienza, che implicano l’accettazione che il cammino imprenditoriale presenta alti e bassi; capitale umano e sociale, il quale si riferisce all’esperienza accumulata e alle reti di contatti che possono fare la differenza; validazione esterna, infatti è cruciale confrontarsi con clienti, partner e investitori per comprendere se l’idea è sostenibile nel mercato.

Il confronto è importante (depositphotos.com) – www.managementcue.it

Dall’ideazione alla realizzazione

Il messaggio principale dell’analisi IMD è che un’idea, se rimane isolata, raramente porta a risultati positivi. Il valore viene generato quando viene elaborata in un modello di business ben definito, sostenibile e riproducibile. Pianificazione, sperimentazione e la capacità di abbandonare iniziative non profittevoli fanno parte del processo.

Anche la letteratura di settore supporta tale approccio: lo studio di Saras Sarasvathy sull’effectuation evidenzia l’importanza di operare con le risorse a disposizione e di sviluppare opportunità passo dopo passo. Potrà apparire ovvio in teoria, ma non lo è affatto nella pratica, garantito.

Published by
Serena Mancusi