Se sei triste ti pagano per stare a casa: nascono le “Ferie della tristezza” | Ti spettano per diritto e non possono dirti di no

Uomo triste ufficio

Uomo triste ufficio (LipikStockMedia/Freepik) - managementcue.it

Come lo stress da lavoro incide sulla salute e cosa succede quando la tristezza diventa motivo di congedo.

Ti alzi, ti vesti, vai al lavoro, ma dentro senti solo vuoto. Lo stress non ti lascia tregua. Il corpo regge, la testa no. La produttività crolla. La salute mentale vacilla e tu continui a fingere che va tutto bene.

L’ansia cresce. Le ore si allungano. Dormi male, mangi peggio. Il burnout non è una moda: è una diagnosi. Il tuo medico lo scrive, ma non basta. Devi dimostrare che non stai bene con una sintomatologia evidente per il tuo datore di lavoro

La depressione da lavoro non è una sensazione. È una condizione clinica. Il tuo medico può certificare il disagio. In Italia, solo così ottieni giorni retribuiti, ma il disagio emotivo resta invisibile per tanti.

Il corpo produce cortisolo in eccesso. Il cervello si spegne. La memoria si accorcia. La concentrazione cala. Il sistema nervoso si altera. Il cuore accelera. Il respiro si blocca, ma tu continui a lavorare. In un luogo c’è la possibilità di prendersi dei giorni di congedo solo perché sei triste e stiamo per dire dove succede.

Cosa troverai in questo articolo:

Lo stress da lavoro

Lo stress da lavoro altera il sonno, il metabolismo, la memoria. Aumenta il rischio di malattie cardiovascolari. Riduce la concentrazione. Il corpo si difende, ma cede. Il sistema immunitario si indebolisce. Il cervello entra in modalità sopravvivenza. L’umore precipita. Il disagio si trasforma in sintomo.

In Italia non esistono. Il congedo per motivi psicologici passa solo con certificazione medica. Nessuna azienda riconosce la tristezza come motivo valido. Il disagio emotivo non ha voce. Il datore di lavoro chiede numeri, non emozioni. Dove le cose stanno cambiando?

Uomo triste
Uomo triste (Canva Foto) – managementcue.it

Il video

Il 30 luglio il profilo Instagram @mir.focus pubblica un video che racconta una novità. In Cina, l’azienda Pang Dong Lai introduce il congedo di infelicità. I dipendenti possono assentarsi fino a 10 giorni all’anno se si sentono tristi. Il congedo non può essere negato e non si devono dire i motivi della tristezza.

La notizia è ripresa anche da Fanpage.it. In Cina si lavora 7 ore al giorno, si riposa nel weekend, si riceve rispetto. Il congedo per tristezza diventa realtà. Non è una provocazione. È una misura concreta. Il burnout colpisce il 40% dei lavoratori europei. In Italia, l’INAIL riconosce solo i casi certificati. Il disagio emotivo non basta. Devi dimostrare la patologia e intanto la tua testa scoppia.