Mantenere gli immigrati è diventato insostenibile: il governo ha detto basta | Non vogliono lavorare e allora non prendono più una lira

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I migranti costano troppo per le tasche degli europei? Ecco che cosa dicono alcune stime e cosa ha fatto il Paese per arginare il fenomeno. (Pixabay Foto) - managementcue.it

I migranti costano troppo per le tasche degli europei? Ecco che cosa dicono alcune stime e cosa ha fatto il Paese per arginare il fenomeno.

Al 2021 erano 23,7 milioni i cittadini di Paesi terzi residenti nell’Unione Europea, pari al 5,3% della popolazione. A questi si aggiungono 13,7 milioni di cittadini comunitari che vivono in altri Stati membri, segno di una mobilità interna consolidata e strutturale.

I Paesi con più migranti sono Germania (10,6 milioni), Spagna (5,4), Francia e Italia (5,2 ciascuna). L’immigrazione è un fenomeno stabile, ma il dibattito politico tende a concentrarsi sull’immigrazione irregolare.

Il costo dell’accoglienza varia tra i Paesi. In media, un richiedente asilo costa circa 12 mila euro l’anno. I fondi europei per l’integrazione, come l’AMIF, coprono parte delle spese, ma la gestione resta complicata.

I flussi migratori irregolari generano effetti economici differenziati. Nel breve periodo, possono creare tensioni sul mercato del lavoro, ma nel lungo termine non aumentano disoccupazione. Qual è la scelta intrapresa da questo Paese?

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I numeri

Tra il 2016 e il 2024, circa 1,7 milioni di persone sono arrivate via mare in Europa. Di queste, almeno 1,9 milioni sono ancora presenti, mentre circa 800 mila sono state rimpatriate. Nel secondo trimestre del 2024, la Francia ha effettuato 3870 rimpatri, seguita da Germania e Svezia.

I migranti contribuiscono al PIL nei settori a bassa specializzazione. I fondi europei puntano a colmare le disparità, ma secondo la Corte dei conti, i programmi sono frammentati e poco efficaci. Qual è la soluzione adottata in questo Paese?

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Migranti in preghiera (Canva Foto) – managementcue.it

Il caso

In un video pubblicato come post sul profilo Instagram @berlinomagazine lo scorso 10 agosto, la didascalia riporta: “Nel 2024 i costi del Bürgergeld hanno superato i 47 miliardi di euro. A oggi, si contano oltre 1,19 milioni di rifugiati ucraini arrivati nel Paese dopo l’inizio della guerra“. La nota continua: “Solo un terzo risulta occupato: ostacoli principali sono la scarsa conoscenza del tedesco, i tempi lunghi per impararlo, e per molte donne la difficoltà a conciliare corsi e lavoro con la cura dei figli“.

Secondo Migrando.de, dal 1° aprile 2025 la Germania ha ridotto i sussidi ai rifugiati ucraini appena arrivati. Chi è entrato nel Paese dopo quella data non riceve più il Bürgergeld (assegno di cittadinanza), ma solo le prestazioni minime previste per i richiedenti asilo, pari a circa 441 euro mensili invece dei precedenti 563 euro. L’accesso alle cure mediche è stato limitato. La misura ha generato forti critiche da parte di associazioni e alcuni Länder, che temono un aumento della precarietà. I rifugiati arrivati prima del 1° aprile mantengono invece il sussidio pieno.