Nel 2025 l’Assegno di Inclusione sale a 541 euro al mese, con possibili nuovi aumenti nel 2026 e bonus aggiuntivi per chi è in difficoltà.
In un periodo in cui le spese quotidiane sembrano crescere più velocemente degli stipendi, molte persone cercano soluzioni flessibili, per aumentare le proprie entrate. Come lavoretti infragiornalieri, rappresentanti una risorsa concreta per chi desidera un piccolo guadagno aggiuntivo, senza il dover affrontare un secondo impiego stabile.
Queste attività, di fondo, non richiedono un impegno continuativo, ma si adattano ai momenti liberi della giornata. Tanto che, dalla consegna di cibi a domicilio, al babysitting, fino a piccoli lavori manuali o digitali, le possibilità son ormai varie e accessibili, a diversi profili.
Molti, sfruttano le proprie abilità per offrire servizi su richiesta: come ripetizioni scolastiche, traduzioni, riparazioni domestiche, così da valorizzare talenti personali, trasformandoli in fonte di reddito.
La caratteristica principale dei lavoretti infragiornalieri, in ogni caso, è la libertà organizzativa. Perché chi li svolge, può scegliere quando e quanto lavorare, ottenendo un’integrazione economica utile, senza vincoli stringenti. Ci sono invece altre tipologie di sostegno che permettono alle persone che non riescono a trovare lavoro di avere un reddito.
Dal 2024, l’Assegno di Inclusione ha preso il posto del Reddito di Cittadinanza, diventando un pilastro per migliaia di famiglie italiane in difficoltà economica. E dopo anni senza modifiche rilevanti, il 2025 ha quindi segnato una svolta: ovvero, che l’importo del sussidio è salito da 500 a 541,66 euro mensili, per singolo beneficiario. Un incremento accompagnato anche dall’innalzamento della soglia di reddito familiare, da 6 mila a 6.500 euro annui, introducendo un correttivo importante, rispetto all’inflazione che aveva eroso il potere d’acquisto, dei nuclei più fragili.
Il possibile aumento del 2026, dipende strettamente dall’andamento dei prezzi. E dopo i picchi dell’8,1% nel 2022, e del 5,4% nel 2023, l’inflazione è scesa allo 0,8% nel 2025; sebbene, poi, i dati ISTAT indichino una nuova risalita verso il 2%. Uno scenario che potrebbe, insomma, giustificare un adeguamento dell’Assegno di Inclusione, con l’obiettivo di proteggere le famiglie dal progressivo calo del valore reale del sussidio.
Se le previsioni verranno confermate, i beneficiari potrebbero perciò ricevere circa 130 euro in più, all’anno, pari a quasi 11 euro mensili. Importo che arriverebbe, così, a pressappoco 552 euro al mese. Non trattandosi di un incremento paragonabile a quello del 2025, ma di un segnale importante di continuità e attenzione, verso chi vive situazioni di fragilità (come riportato anche da brocardi.it).
Accanto all’Assegno di Inclusione, in ogni caso, son affiancati strumenti aggiuntivi, come il Bonus Ponte da 500 euro, pensato esattamente per coprire i periodi di transizione, fra le domande. E guardando al futuro, l’introduzione di adeguamenti periodici potrebbe dunque garantire, non solo un sostegno economico, ma anche una maggior dignità sociale, a chi affronta condizioni di svantaggio.