I dazi colpiscono anche gli studenti: se vuoi studiare devi pagare | 300€ il costo per ogni figlio

Trump e Meloni

Donald Trump e Giorgia Meloni (Governo italiano foto) - www.managementcue.it

Negli Stati Uniti arriva un nuovo balzello per chi richiede visti oltre i 90 giorni, anche gli italiani saranno colpiti.

Quando si parla di tasse legate all’istruzione, il pensiero corre subito alle spese universitarie, ai libri, alle residenze. E se la meta è gli Stati Uniti, le novità in arrivo rischiano di complicare ulteriormente i piani di chi sogna un’esperienza accademica oltreoceano.

Da tempo, chi viaggia negli USA deve fare i conti con procedure burocratiche rigide e costi elevati, soprattutto per soggiorni di lunga durata. Ma non tutti sanno che la differenza tra un viaggio turistico e uno di studio può pesare centinaia di euro.

È un tema poco visibile, ma che interessa migliaia di famiglie ogni anno, soprattutto quando si parla di figli che desiderano frequentare college o università americane.

In un momento in cui si discute anche in Italia di balzelli e tasse universitarie, emerge un quadro complesso in cui l’accesso allo studio rischia di diventare sempre più elitario. Tra i costi diretti e quelli indiretti, come le spese per visti e pratiche amministrative, studiare fuori dall’Europa può trasformarsi in una spesa imprevista. E questa volta, non si parla solo di rette universitarie.

Una misura che divide e preoccupa

È stata ribattezzata “visa integrity fee” ed è la nuova tassa da 250 dollari introdotta dalla legge Big Beautiful Bill, firmata da Donald Trump lo scorso luglio. L’obiettivo dichiarato è rafforzare il controllo sui visti temporanei per turismo, affari o studio. Ma la misura sta già sollevando forti critiche da parte del settore turistico e accademico, che teme effetti negativi sulla mobilità internazionale. Come riporta QuiFinanza, il nuovo contributo sarà applicato dal Dipartimento della Sicurezza Interna e, in teoria, potrebbe essere rimborsato se il visitatore rispetta le condizioni del proprio visto.

L’Italia, insieme ad altri 40 Paesi del Visa Waiver Program, è esentata dal pagamento della tassa per i soggiorni brevi inferiori a 90 giorni. Tuttavia, gli italiani che intendono restare più a lungo — per motivi di studio, lavoro o altri programmi estesi — dovranno pagare i 250 dollari, che si sommano alle altre spese obbligatorie, come la compilazione della Form I-94, passata da 6 a 24 dollari.

USA
Bandiera degli Stati Uniti (Canva foto) – www.managementcue.it

Quando studiare costa come una tassa

“Se vuoi studiare, devi pagare”, dice il titolo. Ed è vero per chi, dall’Italia, sogna un’università americana ma ha bisogno di un visto per restare più di 90 giorni. In quei casi, la tassa da 250 dollari è obbligatoria. A differenza dell’ESTA, che consente brevi viaggi per turismo o affari, i visti studenteschi richiedono iter più complessi e costosi.

Secondo Erik Hansen, vicepresidente della US Travel, questa misura aumenta del 144% i costi iniziali per entrare negli USA, senza migliorare l’efficienza del sistema. Il rischio è che sempre più studenti rinuncino, scoraggiati dalla burocrazia e dai costi. Intanto, il turismo europeo verso gli Stati Uniti è già in calo: a marzo 2025 si registra un -11,6% rispetto all’anno precedente.