Più soldi in tasca ai pensionati: il nuovo bonus è una truffa | Ti metti in tasca solo 6€

Coppia di pensionati (Canva foto) - www.managementcue.it
Un nuovo bonus legato agli anni di contributi accende il dibattito tra chi lo considera un primo passo e chi lo ritiene un’umiliazione.
Negli ultimi anni, l’attenzione verso il tema delle pensioni è cresciuta in modo significativo in tutta Europa. I sistemi previdenziali affrontano pressioni crescenti, tra aspettative sempre più alte da parte degli anziani e limiti imposti dalla sostenibilità economica.
Non fa eccezione l’ultimo annuncio arrivato da Zagabria, dove la politica sociale torna a far discutere. Il provvedimento presentato come un aiuto concreto ha già diviso l’opinione pubblica e, soprattutto, le stesse organizzazioni che rappresentano i pensionati.
L’aspettativa era alta, in un contesto dove i pensionati chiedono da tempo maggiore riconoscimento per i decenni di lavoro svolto. Alcuni leader delle associazioni si dicono sorpresi dal messaggio comunicato dalle istituzioni, che puntava a valorizzare la categoria, ma si traduce poi in cifre considerate simboliche o poco significative. Un bonus annuale, legato agli anni di contributi versati, che però rischia di aprire più polemiche che sorrisi.
Come spesso accade in politica, la reazione pubblica non dipende solo dai numeri, ma anche dal modo in cui essi vengono presentati e comunicati. Ed è proprio su questo punto che si gioca la partita: tra promesse percepite come solenni e risultati che molti giudicano insufficienti, cresce il senso di sfiducia. Un sentimento che non risparmia nemmeno le iniziative che, sulla carta, dovrebbero segnare un passo avanti.
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Una misura che divide e non convince
Il nuovo bonus, presentato dal ministro croato Marin Piletić, prevede un’erogazione annuale di 6 euro per ogni anno di contributi versati. La prima sarà versata nel dicembre 2025 e, secondo le stime ufficiali, l’importo medio si aggirerà intorno ai 170 euro per pensionato.
Come evidenziato da La Voce, la misura ha spaccato le principali organizzazioni di categoria. Da un lato, Višnja Fortuna – presidente della Matrix dei pensionati – parla di un passo avanti, riconoscendo il valore di una formula che tiene conto degli anni di servizio e non solo del reddito. Dall’altro, emergono voci molto più dure, che accusano il governo di prendere in giro chi ha lavorato una vita intera.
Le critiche più dure e l’effetto sul futuro
Tra i più critici, il Blocco dei pensionati (BUZ) definisce la misura “umiliante” e “un insulto alla dignità dei pensionati”. Secondo BUZ, il bonus equivale a 50 centesimi al mese per ogni anno lavorato, un importo giudicato offensivo, soprattutto se paragonato al costo della vita e alle promesse fatte. Anche la prevista abolizione della tassa sulle pensioni nel 2027 viene vista come “una distrazione mal concepita”.
“Non siamo ingenui”, si legge nella nota dell’associazione, “i pensionati vedono bene che la loro esistenza viene ridotta a oggetto di scambio politico”. Una dichiarazione che fotografa bene il clima attuale e il malcontento che serpeggia nella popolazione anziana, sempre più sospettosa verso interventi che, nella sostanza, offrono poco. Intanto, il governo ribadisce le sue stime: con l’aggiunta del bonus, la pensione media dovrebbe salire a circa 705 euro entro fine anno.