Il tuo futuro sarà senza pensione: se sei nato dopo quest’anno non la ricevi sicuramente | Persi tutti i contributi

Chi è nato dopo il 1990 non avrà più diritto alla pensione? Ecco cosa dicono le ultime statistiche. (Pixabay Foto) -managementcue.it
Chi è nato dopo il 1990 non avrà più diritto alla pensione? Ecco cosa dicono le ultime statistiche e come potrebbe accadere.
I cittadini italiani all’estero possono accedere alla pensione con accordi bilaterali tra l’Italia e il paese di residenza. I contributi versati in più Stati vengono totalizzati per raggiungere i requisiti minimi.
La gestione delle pensioni all’estero avviene con l’INPS e i consolati. Il pagamento può essere effettuato in euro o valuta locale, a seconda del Paese. Alcuni Stati prevedono trattenute fiscali, altri no. Serve verificare le convenzioni in vigore e aggiornare i dati anagrafici per evitare sospensioni.
Chi ha lavorato in Italia e poi all’estero può richiedere la totalizzazione dei contributi. Questo meccanismo consente di sommare i periodi assicurativi e ottenere una pensione unica. Le domande si presentano online, ma richiedono documentazione extra.
Le pensioni erogate all’estero sono soggette a controlli periodici. Il certificato di esistenza in vita è obbligatorio per continuare a ricevere il trattamento. Gli aggiornamenti sulla spesa prevedono anche le verifiche internazionali.
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Le differenze da città a città
I divari territoriali nelle pensioni italiane riflettono differenze profonde tra Nord e Sud. Le carriere lavorative più stabili e continuative al Nord generano trattamenti pensionistici più alti. Al Sud, la discontinuità occupazionale e la maggiore incidenza di lavoro precario portano a pensioni minime o integrative.
Gli aggiornamenti sulla spesa previdenziale mostrano una distribuzione disomogenea, con concentrazione di pensioni basse in alcune aree. Le politiche di compensazione sono ancora insufficienti. I dati INPS evidenziano come il luogo di residenza incide sull’accesso ai servizi, sulla consulenza e sulla velocità delle pratiche. Cosa succede?
Come funziona
In Italia, chi è nato dopo il 1990 rischia di non accedere a una pensione dignitosa. Secondo le proiezioni riportate da Fanpage, l’età pensionabile potrebbe salire fino a 70 anni e 8 mesi entro il 2084, con soglie minime più alte e trattamenti più bassi. Il passaggio al sistema contributivo, attivo per chi ha iniziato a lavorare dopo il 1996, lega l’importo della pensione ai contributi versati: carriere discontinue, contratti precari e stipendi bassi rendono il futuro previdenziale incerto.
Come evidenzia Informareonline, il rischio non è solo ritardare l’uscita dal lavoro, ma non raggiungere la soglia minima per ottenere un trattamento pensionistico. Senza riforme strutturali, molti lavoratori nati dopo il 1990 potrebbero trovarsi con importi inferiori alla pensione sociale, o senza alcun diritto. Gli aggiornamenti sulla spesa previdenziale mostrano un sistema sotto pressione, con squilibri generazionali e territoriali.