“Prenderemo tutti delle pensioni indecenti”: l’INPS ha fatto male i conti | I soldi non basteranno mai

Le pensioni Inps possono essere a rischio? Ecco come organizzarsi per avere un futuro. (Depositphotos Foto) - managementcue.it
Le pensioni Inps possono essere a rischio? Ecco come organizzarsi per avere un futuro. Potrebbero non esserci certezze.
Nel 2025, il trattamento minimo INPS è pari a 616,67 euro mensili. Oltre 1,2 milioni di pensionati ricevono importi inferiori alla soglia di povertà relativa, fissata a circa 780 euro. L’integrazione al minimo non è automatica e dipende da requisiti reddituali stringenti.
La Legge di Bilancio 2025 ha previsto un incremento straordinario del 2,2% sul trattamento minimo. Nonostante ciò, molti pensionati non ricevono l’integrazione per mancanza di requisiti o documentazione incompleta. Il Modello RED è importante per dimostrare la condizione economica e accedere al beneficio.
Una fascia crescente di pensionati vive in condizioni di povertà assoluta, senza accesso a integrazioni o sussidi. L’assenza di un sistema automatico di verifica e le procedure INPS potrebbero lasciare perplessi i non addetti ai lavori. La pensione, per molti, non garantisce più la sopravvivenza.
Il costo della vita è aumentato del 6,4% rispetto al 2024, mentre le pensioni minime sono cresciute solo dello 0,8% più un incremento straordinario. Il divario tra reddito pensionistico e spese si amplia. L’indice ISTAT non riflette le reali esigenze dei pensionati.
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La crisi di sistema
Nel documento ACP di settembre 2025, emerge una disuguaglianza strutturale nel sistema previdenziale italiano. I pensionati con carriere discontinue, lavori precari o versamenti irregolari ricevono assegni inferiori alla soglia di povertà. L’integrazione al minimo non copre tutti i casi e richiede requisiti.
Secondo Agragi, il governo ha annunciato riforme per aumentare le pensioni minime nel 2025. L’impatto reale è limitato: l’aumento a 616,67 euro mensili non copre il fabbisogno medio. I beneficiari devono dimostrare redditi bassi e condizioni familiari specifiche. La procedura resta complicata, con documentazione da allegare e tempi lunghi. Cosa succede?
L’analisi sui social
In un video pubblicato cone post sul profilo Instagram @avvocatocesiano lo scorso 5 ottobre, la didascalia riporta: “Il problema non è se l’INPS fallirà. Il problema è come lo Stato la terrà in piedi. L’INPS si basa su un meccanismo vecchio: i lavoratori di oggi pagano le pensioni di chi è già in pensione. Negli anni ’80 c’erano 4 lavoratori per ogni pensionato. Oggi siamo a 1,4. E tra pochi anni, ogni lavoratore dovrà sostenerne più di uno“.
Quali sono le soluzioni da applicare secondo quanto riportato nella didascalia? “Serve più consapevolezza — subito: a livello macro, con politiche previdenziali e demografiche reali; a livello personale, con piani di accumulo, previdenza privata e pianificazione fiscale“. I giovani potrebbero essere i primi a dover risolvere la situazione.