L’inganno dei datori di lavoro: addio a ferie, tredicesima e malattie | È tutto legale, ecco come fanno

Uomo disperato

Il lavoro è diventato un inferno per alcuni lavoratori. Quale potrebbe essere una soluzione legale per non pagare le ferie: cosa succede? (Pexels Foto) - managementcue.it

Il lavoro è diventato un inferno per alcuni lavoratori. Quale potrebbe essere una soluzione legale per non pagare le ferie: cosa succede?

Il diritto contro il mobbing e le molestie sul lavoro è stato rafforzato. Le aziende devono attivare procedure interne di segnalazione, con garanzie di anonimato e tutela. Il datore di lavoro è responsabile per ambienti ostili o degradanti.

I congedi parentali sono stati estesi: entrambi i genitori possono usufruire di periodi retribuiti più lunghi. È prevista la possibilità di trasformare il contratto in part-time per esigenze familiari. Le aziende devono garantire flessibilità organizzativa e non possono penalizzare chi esercita questo diritto.

La formazione continua è diventata obbligo contrattuale. I lavoratori hanno diritto a crediti formativi riconosciuti nei contratti collettivi. Le imprese devono garantire aggiornamento professionale periodico, anche con piattaforme digitali.

I lavoratori fragili e immunodepressi godono di tutele specifiche. Hanno diritto prioritario allo smart working o a mansioni compatibili. Le aziende devono garantire ambienti sicuri e monitoraggio sanitario. In caso di inadempienza, il datore può essere sanzionato. Cosa succede nelle aziende?

Cosa troverai in questo articolo:

La parità di genere sullo stipendio

La parità salariale è stata formalizzata con obbligo di trasparenza retributiva. Le aziende devono pubblicare report annuali sulle differenze di genere, con ruoli, livelli e compensi. Le discriminazioni ingiustificate sono sanzionate con multe e obbligo di adeguamento. Anche le promozioni devono rispettare criteri oggettivi.

La tutela dei lavoratori passa anche dalla protezione contro molestie, discriminazioni e esclusioni sistemiche. Il diritto alla formazione, alla genitorialità e alla salute non è negoziabile. Quando questi diritti vengono meno?

Professionista al lavoro
Lavoratore da casa (Canva Foto) – managementcue.it

Il caso

Secondo Fiscomania, il fenomeno delle false partite IVA è un problema nel mercato del lavoro italiano. Si parla di falsa partita IVA quando un lavoratore autonomo opera in condizioni che, di fatto, corrispondono a un rapporto di lavoro subordinato. I criteri di subordinazione sono: lavoro svolto alla sede del committente, utilizzo di strumenti aziendali, rispetto di orari imposti, e fatturazione per oltre l’80% verso un unico cliente per due anni consecutivi. In questi casi, la legge presume un rapporto di lavoro subordinato e impone la regolarizzazione.

Il datore di lavoro rischia sanzioni amministrative, il pagamento dei contributi previdenziali arretrati e il riconoscimento dei diritti del dipendente, come ferie, TFR e malattia. L’Agenzia delle Entrate e l’Ispettorato Nazionale del Lavoro effettuano controlli incrociati per individuare situazioni irregolari nei settori digitali, creativi e nelle consulenze. Per il lavoratore, la falsa partita IVA comporta insicurezza economica, assenza di tutele e rischio di esclusione da ammortizzatori sociali. È possibile contestare la natura del rapporto e chiedere la sua conversione in contratto subordinato.