La scuola ti manda i carabinieri a casa: un’assenza di troppo e ne rispondono i genitori | Si finisce diretti in carcere

Arresto genitore alunno assente (Canva foto) - www.managementcue.it
Un’assenza tira l’altra, ma oltre un certo limite possono scattare conseguenze impreviste (e pesanti) anche per mamma e papà.
Saltare scuola senza motivo può sembrare una leggerezza da poco, un gesto di ribellione adolescenziale o una semplice svista. Ma dietro a quella che appare come una scelta personale dello studente, si nasconde un obbligo ben preciso, e soprattutto un rischio serio che non riguarda solo i ragazzi. In Italia, infatti, il diritto allo studio è anche un dovere giuridico, che coinvolge direttamente chi ha la responsabilità genitoriale.
Non tutti sanno che esistono soglie precise oltre le quali l’assenza da scuola diventa qualcosa di più di una semplice disattenzione. Se fino a qualche anno fa questi numeri erano noti solo agli addetti ai lavori, oggi fanno il giro dei social, complici video virali che trasformano una norma poco conosciuta in un caso nazionale.
Le famiglie spesso ignorano che l’assenza prolungata del proprio figlio può innescare una catena di eventi con conseguenze legali anche gravi. In alcune circostanze, la scuola non si limita a segnalare, ma è tenuta a farlo per legge. E da una semplice convocazione in presidenza si può arrivare molto più lontano, coinvolgendo enti esterni e autorità giudiziarie.
Quello che può sembrare un avvertimento simbolico ha, in realtà, una base normativa molto concreta.
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Cosa succede dietro i banchi, quando non ci sei
In Italia, i minori dai 6 ai 16 anni sono soggetti all’obbligo scolastico. Questo significa che non solo devono frequentare la scuola, ma che i loro genitori o tutori legali hanno l’obbligo di assicurarsi che lo facciano. Quando le assenze diventano troppe, scatta un sistema di controllo piuttosto preciso. Se uno studente salta più di 15 giorni (anche non consecutivi) in tre mesi, oppure più di un quarto del monte ore totale, il dirigente scolastico è obbligato ad agire.
Come racconta il direttore di Skuola.net, Daniele Grassucci, in un post Instagram divenuto virale, in questi casi il preside contatta i genitori per un’ammonizione formale, in cui si chiede spiegazione delle assenze. Se queste non risultano giustificate e se la frequenza non riprende entro sette giorni dalla comunicazione, allora scatta la segnalazione al sindaco. Ma da lì il passo successivo può essere decisamente più serio.
Quando la scuola chiama… ma risponde la procura
Una volta allertato il sindaco, la situazione esce dall’ambito scolastico e può entrare in quello giudiziario. Se non ci sono valide giustificazioni, infatti, il Comune può trasmettere il caso alla Procura della Repubblica, che può procedere con una denuncia nei confronti dei genitori. A quel punto, non si parla più di note sul registro o richiami: la sanzione può arrivare fino a un anno di carcere.
Si tratta ovviamente di un’eventualità estrema e poco frequente, ma prevista dalla legge. E nonostante possa sembrare surreale, tutto parte da una semplice assenza da scuola. In casi simili, i genitori non sono solo chiamati a “riprendere in mano la situazione”, ma ne rispondono direttamente davanti alla legge.