Ti tolgono casa e vai a vivere sotto a un ponte: non serve neanche passare dal giudice | Puoi ringraziare la Meloni

Giorgia Meloni

Giorgia Meloni (Facebook foto) - www.managementcue.it

Il governo Meloni approva il pignoramento diretto, senza passare dal giudice: la novità che spaventa i cittadini.

Nei quartieri popolari e nelle periferie ormai serpeggia un’ansia crescente: la soglia dell’insolvenza energetica sembra spostarsi, e molti temono che le bollette non pagate possano scatenare conseguenze drastiche.

Le famiglie con redditi bassi si domandano se davvero un debito tanto “privato” possa trasformarsi in un atto che le priva della tranquillità domestica. La tensione sociale cresce quando pronunce e decreti si intrecciano con la vita quotidiana.

Negli ambienti politici e giuridici circola un’idea radicale: la semplificazione delle procedure esecutive. Si sostiene che questa misura sia necessaria per “liberare” lo Stato dai debiti energetici e dare potere alle aziende fornitrici. Ma quale sarà il prezzo reale? A chi toccherà pagare, e con quali rischi?

Alcuni commentatori interpretano queste novità come un’assunzione di forza da parte del potere esecutivo, che riduce gli spazi di tutela per i cittadini. Il dibattito si concentra su un tema nodale: lo stato di diritto e la protezione minima contro decisioni arbitrarie, specie quando in ballo c’è l’abitazione.

Un’amministrazione che cancella un filtro essenziale

La Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia hanno dato il via libera a una norma che consente il pignoramento diretto delle utenze in caso di bollette non pagate – senza più il passaggio obbligato dal giudice per verificarne la fondatezza e l’equità. In sostanza, le aziende potranno attivare la procedura esecutiva senza che un giudice valuti prima i fatti e le contestazioni. Come dice il post del profilo Instagram mirroirouge.official, «non serve neanche passare dal giudice» – espressione che sintetizza lo spirito della misura.

Una volta in vigore, questo sistema potrebbe spalancare scenari gravosi: chi è già in difficoltà rischia di trovarsi schiacciato dalla forza automatica del pignoramento. E se l’utenza è legata all’abitazione, l’ombra dello sfratto o dell’impossibilità di accedere ai servizi essenziali – luce, gas, acqua – sarà inquietante. I meccanismi giudiziari finora rappresentavano un argine alle ingiustizie: ora, con il filtro rimosso, quel livello di garanzia rischia di svanire.

Sfratto
Sfratto per bollette non pagate (Canva foto) – www.managementcue.it

Quel che cambia davvero (e il rischio abitativo nascosto)

Il fulcro della normativa non è, almeno per ora, lo sfratto immediato dalla casa, ma il pignoramento delle somme dovute per utenze arretrate. Tuttavia, l’effetto domino appare evidente: il pignoramento “automatico” può gravare su conti correnti, stipendi o beni mobili legati al nucleo familiare. Se le difficoltà si accumulano, chi è più fragile potrebbe trovarsi avviato verso uno stato di precarietà abitativa.

Questo cambiamento normativo attribuisce un potere straordinario alle aziende fornitrici e riduce i tempi della riscossione. Rischia di trasformare un debito relativamente limitato in una procedura incisiva e automatica contro i diritti dei cittadini. In prospettiva, per chi è già vulnerabile, quella casa che si credeva salda potrebbe diventare un equilibrio troppo fragile.