Incubo terra contaminata: scandalo ambientale in Italia | Così ci stanno uccidendo
Gli scandali ambientali hanno delle conseguenze dirette sulla salute dei cittadini. Cosa sta accadendo e qual è l'ultimo disastro? (Pixabay Foto) - managementcue.it
Gli scandali ambientali hanno delle conseguenze dirette sulla salute dei cittadini. Cosa sta accadendo e qual è l’ultimo disastro?
L’Italia ha registrato oltre 110 mila reati ambientali nel 2024, secondo il rapporto Ecomafia 2025 di Legambiente. Una media di 12 violazioni all’ora. Le infrazioni riguardano smaltimento illecito di rifiuti, incendi dolosi, abusivismo edilizio e traffico di animali. Il Sud resta il bersaglio preferito delle organizzazioni criminali.
Il fenomeno del cemento illegale continua a devastare coste e aree protette. In Campania, Calabria e Sicilia, interi litorali sono stati trasformati da costruzioni abusive. Secondo GreenMe, il settore edilizio è uno dei bancomat delle ecomafie, con un giro d’affari stimato in oltre 9 miliardi di euro.
La agromafia colpisce anche il settore alimentare. Frodi nella filiera, uso di pesticidi vietati e sfruttamento del lavoro agricolo sono tra le pratiche più diffuse. I controlli sono aumentati, ma le infiltrazioni criminali restano forti.
Il dossier Mare Monstrum denuncia lo sversamento di rifiuti tossici in mare, soprattutto lungo le coste pugliesi e calabresi. Navi affondate, scarichi abusivi e pesca illegale minacciano la biodiversità marina. Cosa succede?
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I rifiuti industriali
Il rapporto Ecomafia 2025 evidenzia anche l’espansione dell’archeomafia, con furti e distruzione di siti storici per favorire speculazioni edilizie. In Lazio e Sicilia, aree vincolate sono state compromesse da scavi abusivi e cementificazioni. Il patrimonio culturale è sotto attacco, insieme all’ambiente.
I reati ambientali non riguardano solo la natura, ma anche la memoria storica del Paese. Su alcune aree del Paese insistono molti impianti industriali e l’ambiente potrebbe risentirne. Cosa sta succedendo in Italia?

Il caso
Nel settembre 2025 è stato presentato un progetto per la realizzazione di un impianto di trattamento fanghi e rifiuti industriali nel comune di Offlaga, in provincia di Brescia. L’area individuata per l’intervento misura circa 420 mila metri quadrati ed è classificata come suolo agricolo DOP, destinato a colture di pregio. Il progetto ha riacceso l’attenzione sulla pressione ambientale già presente nella Bassa Bresciana, dove si concentrano numerose discariche, impianti di trattamento e siti contaminati. L’intervento previsto comporterebbe un carico in una zona già compromessa da anni di gestione intensiva dei rifiuti.
Secondo quanto riportato da Pressenza, il rischio riguarda la contaminazione del terreno e delle falde acquifere, con potenziali ripercussioni sulla sicurezza alimentare e sulla salute pubblica. L’impianto sorgerebbe in un’area agricola attiva, con coltivazioni che rientrano in circuiti di produzione certificata. L’accumulo di sostanze inquinanti nel suolo potrebbe alterare la qualità dei prodotti e compromettere l’intero ecosistema locale. Il progetto è in fase di valutazione, ma ha già generato opposizioni da parte di comitati territoriali e osservatori ambientali.
