Nuovi aumenti tabacco e sigarette: un vizio che arriva a picchi record | Toccherà anche a quelle elettroniche
Uomo fuma (Pixabay foto) - www.managementcue.it
In arrivo nuove modifiche fiscali sul tabacco: tra rincari e differenze di trattamento, il mercato del fumo cambia volto.
C’è chi prova a smettere ogni gennaio, chi giura che “è solo una ogni tanto” e chi, invece, non ha mai nemmeno pensato di posarla. Il punto è che fumare continua ad essere una delle abitudini più radicate — e discusse — nel nostro Paese.
E ogni volta che si parla di aumenti o strette fiscali, il tema torna inevitabilmente sotto i riflettori. Lo Stato, da parte sua, si muove tra esigenze di bilancio e pressioni sanitarie, cercando (forse) di tenere insieme tutto.
Il giro d’affari legato al tabacco è enorme. Dai produttori ai distributori, dai bar ai tabaccai, un intero microcosmo economico ruota attorno al fumo. E ogni piccolo o grande cambiamento ha effetti a catena molto rilevanti.
Non si tratta solo di consumatori, ma di migliaia di persone che con questo settore ci campano. Insomma, non è solo una questione di sigarette. Negli ultimi anni, poi, è cambiato tutto. O quasi. Accanto ai classici pacchetti di “bionde”, sono spuntati dispositivi elettronici, liquidi aromatizzati, stick riscaldati… un piccolo laboratorio tecnologico, sempre acceso.
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Mettere mano al portafogli
Piacciono soprattutto ai giovani (ma non solo), e hanno aperto nuovi scenari anche a livello normativo. Come regolamentare questi “ibridi” del fumo? E con quali regole? La risposta è tutt’altro che semplice. E quando si tocca il portafoglio, le reazioni non si fanno attendere.
Le politiche fiscali sul fumo non sono mai neutre: fanno discutere, dividono, a volte spaccano. Perché, alla fine, si tratta di trovare un equilibrio tra entrate per lo Stato e salute pubblica. Ma quando si parla di aumenti, la bilancia sembra sempre pendere da una parte sola.

Quando il bilancio pesa più del pacchetto
Dal gennaio 2026 — sì, c’è ancora un po’ di tempo — scatterà l’ennesimo giro di vite. Come riporta notiziaflash.it, lo Stato ha deciso di ritoccare verso l’alto le accise su sigarette e tabacco “classico”, per tenere saldo un gettito fiscale che ruota attorno ai 15 miliardi all’anno. In pratica, si parla di aumenti fino a 1,50 euro a pacchetto entro tre anni. Un’operazione, diciamo così, “chirurgica”, pensata per evitare scossoni troppo forti ma comunque efficace per far cassa.
L’obiettivo pare più fiscale che salutista, anche se ufficialmente si continua a parlare di prevenzione e contenimento. Ma dietro le quinte, la sensazione è che si cerchi di non perdere l’equilibrio tra introiti e consenso. Sigarette elettroniche e prodotti senza combustione, per ora, sembrano restare quasi fuori dai rincari. Ma in realtà anche per loro si parla di aumenti, anche se al massimo di qualche centesimo in più.
