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Uomo disperato

Se hai il divorzio devi per forza dare tutto quello che hai al tuo ex coniuge? Ecco cosa sta succedendo e cosa dice la normativa in merito. (Pexels Foto) - managementcue.it

Se hai il divorzio devi per forza dare tutto quello che hai al tuo ex coniuge? Ecco cosa sta succedendo e cosa dice la normativa in merito.

Le leggi sul divorzio in Italia sono state semplificate grazie al correttivo Cartabia. La procedura cumulativa consente di avviare separazione e divorzio con un’unica istanza. Questo riduce tempi e costi, evitando doppie udienze e duplicazioni documentali.

Il divorzio consensuale resta la via più rapida: i coniugi presentano un accordo congiunto. La legge prevede udienza scritta e gestione flessibile. In alternativa, è possibile ricorrere alla negoziazione assistita tra avvocati, senza passare dal tribunale.

Il divorzio giudiziale si applica quando manca l’accordo tra le parti. La riforma ha introdotto l’ascolto obbligatorio dei minori e la calendarizzazione anticipata delle udienze. Il giudice può decidere su affidamento, mantenimento e assegnazione della casa coniugale.

Dal 2023 è possibile divorziare anche davanti all’Ufficiale di Stato Civile, se non ci sono figli minori o disabili. Questa modalità è rapida e non richiede avvocati. Cosa succede quando ci sono dei redditi da lavoro maturati durante il matrimonio?

Cosa troverai in questo articolo:

La legge sul divorzio

La riforma Cartabia ha trasformato le leggi sul divorzio in Italia. Dal 2025, è possibile presentare una domanda cumulativa, per evitare due iter distinti. La digitalizzazione dei fascicoli ha accelerato le pratiche.

Le modalità di divorzio disponibili sono consensuale, giudiziale, negoziazione assistita e divorzio all’Ufficiale di Stato Civile. Ogni opzione risponde a esigenze diverse. Il divorzio consensuale è preferito per la sua rapidità, mentre quello giudiziale è necessario in caso di conflitto. Cosa succede sul TFR?

Divorzio
Coppia alla firma del divorzio (Canva Foto) – managementcue.it

Il caso

Secondo StudioDonne, l’ex coniuge titolare di assegno divorzile ha diritto a una quota del TFR maturato dall’altro coniuge. Il diritto alla quota del TFR si attiva solo se l’assegno divorzile è stato riconosciuto dal giudice e il beneficiario non si è risposato. La quota spettante è pari al 40% del TFR maturato durante il matrimonio, calcolata sul periodo in cui il vincolo è stato attivo.

La sentenza ha chiarito che il diritto si applica anche se il TFR è stato destinato a un fondo pensione, ma devi dimostrare che il TFR è stato maturato durante il matrimonio. Il riconoscimento non è automatico: è necessario un provvedimento giudiziario e può essere oggetto di contestazione. La Corte ha ribadito che il TFR è parte del patrimonio da considerare nella tutela dell’ex coniuge più debole dal punto di vista economico.