Dalle sedi gloriose al degrado urbano: la parabola delle grandi aziende USA

Edifici ormai in disuso

Degrado urbano (Canva) - managementcue.it

Alcune grandi aziende americane, hanno abbandonato del tutto i propri stabilimenti, consegnando al tempo solo rovine.

Negli ultimi decenni, molte aziende statunitensi hanno abbandonato i loro storici campus periferici, per trasferirsi nei centri urbani. E colossi come Sears e Kmart, un tempo simboli di potenza commerciale, hanno lasciato dietro di sé edifici imponenti e desolati. Strutture che, pensate come cittadelle moderne, oggi si ergono invece vuote nei sobborghi; segni tangibili, quindi, di un’economia e di uno stile di lavoro che stanno rapidamente cambiando. Infatti, secondo il sito designwanted.com, il declino dei grandi complessi aziendali periferici, rappresenta una delle trasformazioni architettoniche e sociali più significative, del XXI secolo.

Costruito nel 1972 a Troy, nel Michigan, Fort Kresge era un campus all’avanguardia, per l’epoca, in cui risiedevano edifici in acciaio e vetro; opere d’arte pregiate; e oltre 5 mila dipendenti. Ma dopo la fusione con Sears nel 2005, Kmart abbandonò il sito, lasciando che l’intero complesso cadesse in rovina. Le pareti, oggi sfondate, e le finestre rotte, raccontano un lento degrado, aggravato dal fallimento di ogni progetto di riqualificazione.

Ma il declino di Fort Kresge, non è solo una ferita estetica, poiché ha avuto gravi ripercussioni economiche, sul comune di Troy. Tanto che il valore immobiliare del complesso, è crollato da 27,6 milioni di dollari, a 12 milioni, riducendo drasticamente le entrate fiscali. E in cui i terreni, ormai considerati “funzionalmente obsoleti”, attendono una demolizione che nessuno sembra in grado di finanziare o giustificare.

Il destino di Sears a Hoffman Estates, in Illinois, sembrerebbe seguire un copione simile. Costruita negli anni ’90, la sua sede di 2,4 milioni di metri quadrati, ospitava un microcosmo urbano con ristoranti, negozi, e persino una banca interna. Corridoi che, oggi, son vuoti, e solo il 3% degli spazi risulta affittato; e la società madre, Transformco, non ha ancora chiarito il futuro del sito. Così che l’enorme complesso rischia, dunque, di trasformarsi in un altro “Fort Kresge”.

La crisi degli spazi suburbani

L’ascesa dello smart working, e il desiderio delle nuove generazioni, di vivere in ambienti più dinamici, hanno accelerato la fuga verso i centri urbani. Per cui i sobborghi, un tempo sinonimo di stabilità, oggi ospitano infatti edifici obsoleti, privi di domanda commerciale. E in alcune aree come Hoffman Estates, il tasso di uffici vuoti supera il 30%, fra i più alti quindi, della contea di Cook.

Alcune ex sedi aziendali, stanno tentando una seconda vita. L’antico campus di AT&T, a pochi chilometri da Sears, verrà trasformato in una “metropoli” autonoma, con residenze, negozi e spazi ricreativi. Essendo un esperimento urbanistico ambizioso, che punta a riconvertire la decadenza in vitalità, pur restando incerto se il modello potrà davvero attecchire, su larga scala.

Una situazione ingestibile
Gli effetti di un declino annunciato (Canva) – managementcue.it

Le conseguenze fiscali e sociali

La partenza di grandi aziende come Sears, non lascia solo edifici vuoti, ma anche bilanci comunali in difficoltà. Perché proprio Hoffman Estates perde milioni di dollari di entrate fiscali ogni anno, mettendo a rischio servizi pubblici e infrastrutture. E il “grande vuoto” economico che ne deriva, si riflette persino nel tessuto sociale, impoverendo la vitalità di intere comunità suburbane.

La storia dei campus Sears e Kmart, comunque, non è soltanto un racconto di declino, ma un invito a riflettere su come reinventare gli spazi aziendali in disuso. Architetti e urbanisti, propongono modelli ibridi di riconversione, in cui abitazioni, co-working e spazi verdi, convivono. Motivo per cui, il destino di questi luoghi dipenderà dalla capacità collettiva di trasformare l’abbandono in opportunità, restituendo al territorio un nuovo significato e una nuova vita.