Bitcoin al posto dell’euro: Stati e banche puntano sulle cripto | Se non sai comprarle sarai fuori dal mondo

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Bitcoin valore (Canva foto) - www.managementcue.it

Sempre più istituzioni finanziare e governi considerano Bitcoin come alternativa strategica alle valute tradizionali.

Da mesi si respira un’aria nuova nel mondo della finanza globale. Nelle sale operative, nei consigli d’amministrazione e perfino nei ministeri economici, si parla sempre più spesso di un concetto un tempo impensabile: una valuta senza bandiera potrebbe affiancare o persino sostituire le monete nazionali. Non si tratta più di ipotesi futuristiche, ma di strategie in corso d’opera, sospinte da trasformazioni tecnologiche e turbolenze geopolitiche.

La spinta verso questo nuovo paradigma arriva da esigenze molto concrete. In un mondo segnato da inflazione crescente e fragilità delle valute fiat, non sorprende che Stati e grandi attori finanziari inizino a guardare altrove. Bitcoin, con la sua natura deflattiva e indipendente, si sta affermando come una riserva di valore alternativa, capace di attrarre capitali in fuga dall’instabilità.

Al centro di questo cambiamento non ci sono solo i numeri, ma una narrazione culturale potente, che vede nel Bitcoin un simbolo di libertà economica e indipendenza dai grandi poteri centrali. Il fascino dell’accesso diretto alla finanza globale, senza intermediari, sta conquistando non solo i piccoli investitori, ma anche aziende multinazionali e governi alla ricerca di strumenti più flessibili e meno esposti ai rischi sistemici.

Non è un caso che, sempre più spesso, figure pubbliche e analisti di primo piano lancino provocazioni che fino a poco fa sarebbero sembrate assurde.

La corsa all’oro digitale non accenna a fermarsi

Bitcoin non è più solo un asset per appassionati di tecnologia. È diventato un tema strategico, discusso nei board aziendali, nei comitati economici statali e tra le più grandi società di investimento. Secondo un’analisi di ARK Invest, la sua adozione istituzionale potrebbe far salire il prezzo ben oltre i livelli attuali, fino a 1,5 milioni di dollari entro il 2030 nello scenario più ottimistico.

Una visione condivisa anche da Michael Saylor, tra i più convinti sostenitori del Bitcoin a livello globale. Saylor non esclude che BTC possa raggiungere i 13 milioni di dollari entro il 2045, spinto da un mix di scarsità programmata e domanda crescente da parte di ETF, Stati e grandi investitori. Come ricorda nel video pubblicato da binanceitalian su Instagram, l’offerta giornaliera è già ampiamente assorbita, e questa pressione potrebbe accentuarsi.

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Moneta Bitcoin (Canva foto) – www.managementcue.it

Quando le banche e gli stati guardano oltre l’euro

Proprio la scarsità di Bitcoin – con il 95% già minato e il 40% dell’offerta inattiva – sta diventando uno degli elementi centrali nella corsa all’accumulo. BlackRock, Vanguard e altri giganti della finanza hanno già aperto le porte a ETF che puntano direttamente su BTC, portando miliardi di dollari in un mercato un tempo considerato di nicchia.

Nel frattempo, alcuni Stati iniziano a valutare Bitcoin come riserva strategica. Il Pakistan è tra i primi a muoversi, mentre gli Stati Uniti osservano con attenzione.