Uomini nelle carceri femminili: una firma basta per richiedere il trasferimento | Grazie alla nuova legge emanata dal governo
        Potrebbe esserci un uomo in una prigione femminile? La notizia lascia senza parole, ma è bene fare un chiarimento sulla vicenda. (Pexels Foto) - managementcue.it
Potrebbe esserci un uomo in una prigione femminile? La notizia lascia senza parole, ma è bene fare un chiarimento sulla vicenda.
La popolazione carceraria femminile è una minoranza del totale in Italia, attestandosi intorno al 4-5%. Questa percentuale ridotta ha portato a una concezione degli istituti di pena modellata sul detenuto uomo. Le norme esistenti prevedono la separazione fisica dei due generi all’interno delle strutture.
Il modello penitenziario è concepito per gli uomini, con una legislazione con pochi riferimenti specifici alla condizione della donna. L’ordinamento penitenziario italiano non ha una norma articolata e completa sui bisogni femminili, a differenza delle Regole Penitenziarie Europee.
Le detenute hanno esigenze di salute e psico-sociali diverse da quelle degli uomini che il sistema fatica a riconoscere. La normativa italiana cita la donna in relazione alla necessità di personale dello stesso sesso per ispezioni e traduzioni, e per la sua condizione di madre.
La maggior parte dei centri di detenzione sono strutture promiscue che applicano la ferrea separazione tra sezione maschile e quella femminile. Questo non assicura un accesso paritario a iniziative di formazione culturale e professionale, come previsto da una modifica del 2018. Una notizia sta facendo discutere sul Web.
Cosa troverai in questo articolo:
La riabilitazione in carcere
La riabilitazione in carcere in Italia serve a reinserire il detenuto nella società. Il detenuto deve partecipare a progetti che mirano a correggere la condotta criminosa, per portare a una maturazione personale.
Le attività sono il lavoro e l’istruzione. Sono previsti corsi di formazione professionale e iniziative culturali e ricreative. L’obiettivo finale è ottenere misure alternative alla detenzione, come l’affidamento in prova o la semilibertà. Cosa cambia?

Il caso
In un video pubblicato come post sul profilo Instagram @isabellatovaglieri lo scorso 26 agosto, la didascalia riporta: “Con una semplice autodichiarazione, i detenuti tedeschi maschi si possono identificare come donne e pertanto essere trasferiti in una sezione femminile“. La fonte della confusione sui social è la nuova Legge sull’Autodeterminazione (Selbstbestimmungsgesetz, SBGG), che serve a semplificare la procedura per il cambio del genere e del nome all’anagrafe.
Questa legge, in vigore dal novembre 2024, elimina l’obbligo delle perizie mediche. I detenuti non hanno un diritto automatico a cambiare istituto o sezione. Come riportato in relazione a casi come quello del neonazista che ha chiesto il trasferimento, la legge tedesca mantiene il principio della sicurezza del carcere. Il trasferimento è regolato dal diritto penitenziario e richiede una valutazione individuale del rischio. La direzione del carcere può rifiutare la richiesta se il trasferimento potrebbe portare a una minaccia per la sicurezza e l’ordine interno. La notizia arriva da SkyTG24 e BioDiritto.
