Allarme Alzheimer, “Questo frutto è chiamato il mangia-neuroni”: lo mangiate pensando che sia sano ma vi sta ammazzando da dentro

Allarme Alzheimer (Canva) - managementcue.it
Probabilmente, vi è una certa correlazione fra ciò che mangiamo, ed eventuali patologie neuro-degenerative.
Mangiare bene, non significa solo seguire regole generiche, ma conoscere davvero ciò di cui il proprio corpo ha bisogno. Dato che ogni persona ha esigenze diverse, legate a età, stile di vita, obiettivi e condizioni fisiche.
E un’alimentazione su misura, inizia con l’ascolto dei segnali del corpo: ovvero energia, digestione, fame e sazietà, i quali son appunto indicatori preziosi per capire se si stia mangiando in modo corretto.
Diete alla moda, o consigli generalizzati, non sempre infatti funzionano per tutti. Motivo per cui, costruire un piano alimentare personalizzato, aiuta a trovare equilibrio, sostenibilità e benessere nel lungo periodo.
Oltre che, con l’aiuto di un nutrizionista e un po’ di consapevolezza, è possibile creare un’alimentazione che rispecchi davvero chi siamo. Migliorando salute, umore e qualità della vita, ogni giorno.
Cosa troverai in questo articolo:
Il regista del nostro corpo
Il cervello, sebbene pesi meno di un chilo e mezzo, è esattamente il fulcro delle nostre funzioni vitali e comportamentali. Dal momento che coordina il linguaggio, la memoria, le emozioni e l’interazione sociale; ma anche la regolazione del respiro, del battito cardiaco e dei movimenti, sia volontari che automatici. Dato che, senza di lui, il corpo perderebbe infatti ogni forma di organizzazione.
Con il passare degli anni, tuttavia, anche il cervello subisce un naturale declino: maturando difficoltà di concentrazione, perdita di memoria, e stanchezza mentale (fra i sintomi più comuni). E se, e quando, questi disturbi diventano invalidanti, diviene quindi fondamentale consultare immediatamente un neurologo. Così che un intervento tempestivo possa appunto contrastare condizioni neuro-degenerative, come demenza o Alzheimer; in particolar modo, se si riesce ad agire nella primissima fase.
Alimentazione e rischi cognitivi
Nondimeno, numerosi studi dimostrano che alcuni alimenti possono nuocere proprio alla salute cerebrale. Come grassi trans, zuccheri semplici, alcolici, e pesci ricchi di mercurio, i quali aumentano notevolmente il rischio di danni cognitivi. Allo stesso modo delle diete povere di fibra, che impoveriscono il microbiota intestinale: compromettendo, di conseguenza, l’equilibrio del cervello.
Per mantenere il cervello giovane e attivo, servono perciò buone abitudini: con un’alimentazione ricca di antiossidanti, omega-3, vitamine del gruppo B, cereali integrali, frutta e verdura; oltre a una costante idratazione. A cui si aggiungono attività mentali e fisiche, una buona qualità del sonno, e il controllo dello stress. Tutto ciò tale, insomma, da contribuire a sostenere le funzioni cognitive, così da contrastare l’invecchiamento cerebrale.