UFFICIALE CONTRATTI DI LAVORO, addio tempo indeterminato: al massimo di va a 24 mesi | Non percepisci nemmeno la disoccupazione

Contatto di lavoro addio al tempo indeterminato cosa cambia illustrazione (Canva foto) - managementcue.it
Addio al tempo indeterminato: il nuovo volto del lavoro in Italia, adesso nessuno potrà stare tranquillo. Cosa cambia?
Da tempo ormai si percepisce un cambiamento silenzioso nel mondo del lavoro. I contratti a tempo indeterminato, un tempo simbolo di sicurezza e stabilità, stanno diventando sempre più rari. Le promesse di un posto “per tutta la vita” sembrano appartenere a un’altra epoca, mentre oggi si naviga tra proroghe, scadenze e rinnovi continui.
Per molti, soprattutto i più giovani, costruire un progetto di vita legato al lavoro è diventato un percorso a ostacoli. Si lavora, ma sempre con il fiato sospeso, senza sapere cosa succederà dopo. Anche chi ha esperienza o qualifiche rischia di rimanere incastrato in questa spirale di incertezza, dove la continuità è l’eccezione, non la regola.
La situazione si complica ancora di più per chi, oltre al lavoro, deve affrontare sfide personali importanti. Prendersi cura di un familiare disabile, ad esempio, è un impegno che spesso richiede tempo, energie e assenze dal posto di lavoro. Alcune interpretazioni recenti della legge hanno provato a dare una mano a queste persone, allungando il periodo di congedo straordinario da due a quattro anni.
Ma anche queste aperture sembrano piccole luci in un contesto più ampio fatto di chiusure. Se da una parte c’è chi riesce ad accedere a un sostegno in più, dall’altra aumentano i lavoratori che restano senza alcun tipo di garanzia, nemmeno quella legata alla perdita del lavoro. E proprio qui si apre il capitolo più delicato.
Cosa troverai in questo articolo:
Contratti solo fino a 24 mesi, cambia tutto
La notizia è ora ufficiale: i contratti a tempo indeterminato spariscono dalla scena. La nuova norma prevede che la durata massima dei contratti di lavoro sia fissata a 24 mesi, senza possibilità di trasformazione automatica in contratti stabili. Una misura che riguarda una vasta platea di lavoratori e che potrebbe cambiare radicalmente le dinamiche occupazionali in Italia.
Come riporta Motor Zoom, questa scelta deriva dalla volontà delle aziende di evitare impegni a lungo termine, sia economici che organizzativi. L’obiettivo dichiarato è quello di mantenere la flessibilità, ma le conseguenze si fanno sentire sulle spalle di chi lavora. Senza un contratto stabile, è difficile anche solo fare un passo verso l’indipendenza.
Nessuna disoccupazione dopo il contratto
Oltre alla durata ridotta, c’è un altro effetto concreto e preoccupante: non si percepisce la disoccupazione al termine del contratto. Chi lavora per meno di due anni spesso non raggiunge i requisiti necessari per ottenere l’indennità NASpI. Questo significa che, una volta terminato l’impiego, si resta senza reddito, senza protezioni e senza prospettive immediate.
In pratica, si lavora sapendo che non ci sarà alcun paracadute se il contratto non viene rinnovato. Un quadro che rischia di lasciare scoperti migliaia di lavoratori, con gravi conseguenze anche sul piano sociale. Una volta finito il contratto, l’unica certezza è il vuoto.