NUOVA LEGGE 104, prendi il permesso e nessuno può dire nulla: il tuo datore di lavoro non lo devi nemmeno avvisare | È un tuo diritto

Assistenza ai disabili (Depositphotos foto) - www.managementcue.it

Assistenza ai disabili (Depositphotos foto) - www.managementcue.it

Una “rivoluzione” nell’applicazione della Legge 104 garantisce ai lavoratori che assistono familiari disabili alcune novità.

I permessi previsti dal comma 3 dell’articolo 33 della Legge 104 rappresentano un’agevolazione fondamentale per i lavoratori che assistono un familiare con disabilità grave o che sono essi stessi in tale condizione. Questi permessi, retribuiti e disponibili sia in giornate intere che frazionabili a ore, sono un diritto, ma spesso sorgono dubbi sui limiti della richiesta di informazioni da parte del datore di lavoro.

Il quesito principale riguarda se un’azienda possa chiedere, e pretendere, di sapere come siano state concretamente spese le ore di permesso 104. La legge è chiara: il dipendente può scegliere liberamente le giornate di permesso, comunicandole anticipatamente al datore di lavoro (salvo urgenze sanitarie). L’azienda può chiedere che le assenze siano compatibili con l’organizzazione, e in casi di gravi ed urgenti esigenze, può suggerire un differimento.

Il legislatore non impone alcuna descrizione dettagliata sull’uso dei permessi, né sugli aspetti sanitari né su quelli organizzativi dell’assistenza. Pertanto, il datore di lavoro non può entrare nel merito dell’assistenza svolta, né richiedere giustificazioni minuziose.

Tuttavia, ciò non significa che l’azienda sia priva di ogni potere. In caso di sospetti concreti di abusi o irregolarità (ad esempio, segnalazioni di colleghi o incongruenze), il datore di lavoro può avvalersi di agenzie investigative per controllare il corretto utilizzo dei permessi.

Diritti del Lavoratore e Obblighi di Comunicazione

Libertà di scelta: Il dipendente ha il diritto di scegliere liberamente le giornate di permesso. Comunicazione anticipata: La legge richiede che le giornate di permesso vengano comunicate anticipatamente al datore di lavoro, salvo specifiche urgenze legate a motivi sanitari.

Nessun rendiconto: Il legislatore non impone alcuna descrizione dettagliata (né su aspetti sanitari né su quelli organizzativi dell’assistenza) sull’utilizzo effettivo delle ore e dei giorni di permesso. Il lavoratore non è tenuto a fornire minuziose giustificazioni. Tutela della privacy: Le informazioni relative all’assistenza sono dati personali del dipendente, tutelati dalle norme sulla privacy. Il datore di lavoro non può chiedere dettagli specifici sulle problematiche di salute della persona assistita.

Caregiver con anziana
Assistenza ad anziani disabili (Canva Foto) – managementcue.it

Limiti del Datore di Lavoro e Controlli Ammessi

Compatibilità aziendale: Il datore di lavoro può chiedere che le assenze siano compatibili con l’organizzazione e la produttività aziendale. In caso di gravi e urgenti esigenze, può suggerire un differimento del permesso. Divieto di indagine diretta: All’azienda non è consentito chiedere informazioni specifiche sulle problematiche di salute della persona non autosufficiente o entrare nel merito dell’assistenza svolta.

Controlli ex post: Il datore di lavoro può servirsi di agenzie di investigazione per controllare il corretto utilizzo dei permessi solo laddove emergano elementi concreti che facciano sospettare abusi o irregolarità (es. segnalazioni di colleghi, incongruenze nei comportamenti). Tali verifiche devono comunque rispettare i limiti della riservatezza e proporzionalità. Conseguenze degli abusi: Se le violazioni vengono accertate, la giurisprudenza della Cassazione ammette la legittimità del licenziamento per giusta causa e senza preavviso. Possono esserci anche profili di responsabilità nei confronti dell’INPS.