Legge 104, da oggi le ferie le fai quando ti pare: il datore di lavoro non può opporsi | La cassazione l’ha deciso

Lavoratore felice con soldi (Depositphotos foto) - www.managementcue.it
I permessi della 104 non si toccano: sono un diritto garantito per chi assiste familiari disabili, ecco cosa dice la Cassazione.
Nel mondo del lavoro non è raro ritrovarsi a fare i conti con regole, richieste e… interpretazioni personali delle leggi. Soprattutto quando si parla di diritti legati all’assistenza familiare. La famosa Legge 104, per intenderci, è una di quelle norme che tutti conoscono – o credono di conoscere – ma che spesso viene gestita in modo un po’ confuso, diciamolo.
Capita, ad esempio, che un dipendente chieda un giorno per stare vicino a un parente in difficoltà e si senta rispondere: “Usa un giorno di ferie”. Un attimo, ma funziona davvero così? O forse qualcuno sta facendo un po’ di confusione? O magari si preferisce semplificare, anche a costo di forzare la mano sui diritti degli altri.
Il punto è che dietro ogni richiesta c’è una situazione reale, concreta, che ha a che fare con la salute, la famiglia e la dignità. E non è solo una questione organizzativa, ma un fatto umano. È qui che entrano in gioco parole importanti come “solidarietà” e “protezione”, che non sono solo belle da leggere nei manuali, ma hanno anche un peso giuridico vero.
Insomma, se si guarda bene, l’argomento non è solo tecnico. C’entra il modo in cui un’azienda sceglie di trattare le persone. Perché, alla fine, si tratta sempre di bilanciare esigenze: quelle produttive da una parte, e quelle – più silenziose ma fondamentali – della vita quotidiana di chi lavora, dall’altra.
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La Cassazione chiarisce
Un esempio concreto? Marco, impiegato in un’azienda come tante, manda una mail per chiedere un giorno di permesso ex Legge 104 per accompagnare il padre, affetto da disabilità grave, a una visita medica. La risposta del dirigente arriva secca: “Hai ancora ferie, usa quelle”. Ma – no – ecco, qui c’è un errore.
Come riporta anche Brocardi.it, la Corte di Cassazione, in più sentenze (tra cui la n. 3209/2016 e la n. 14468/2018), è stata molto chiara: i permessi previsti dalla 104 non sono sostituibili con altri istituti, come le ferie o i recuperi orari. Non si tratta di una gentile concessione da parte del datore, ma di un diritto soggettivo pieno del lavoratore, che può esercitarlo senza dover chiedere il permesso.
Un diritto che non si scambia e non si discute
In parole povere: se hai diritto ai permessi, li prendi. Punto. E nessuno può obbligarti a usare ferie o altro in alternativa. La sentenza n. 15435/2014 ha confermato che questi giorni non solo si devono riconoscere, ma non intaccano né la retribuzione né la maturazione delle ferie stesse. Insomma, non solo non ti “costano” nulla, ma non possono neppure essere “scambiati”.
Chi prova a fare il furbo – o magari non conosce bene le regole – finisce per violare un diritto ben preciso. La Cassazione ha messo i puntini sulle “i”: l’assistenza ai familiari con disabilità grave ha una tutela rafforzata, e non può essere gestita come una semplice esigenza di calendario.