Addio alla grandissima catena di abbigliamento: la moda italiana perde una grande icona | Non c’è niente da fare

Negozio di abbigliamento chiuso (Canva foto) - www.managementcue.it

Negozio di abbigliamento chiuso (Canva foto) - www.managementcue.it

Un altro pezzo di storia italiana svanisce: il commercio perde un’icona che ha fatto tendenza per generazioni.

C’è stato un tempo in cui bastava entrare in certi negozi per sentirsi parte di qualcosa. Un’atmosfera precisa, familiare. Vetrine sempre curate, abiti in ordine maniacale, musica di sottofondo che cambiava col ritmo delle stagioni. Non era solo shopping, era un rito. Oggi, però, qualcosa si è spezzato. E quel tipo di esperienza rischia di sparire per sempre.

Non si parla solo di vestiti, né di semplici insegne in centro città. Parliamo di luoghi che hanno segnato momenti importanti: il primo completo per un colloquio, un vestito preso all’ultimo minuto prima di una festa, la classica giacca “che sta bene su tutto”. Storie di famiglie, generazioni, di sabati pomeriggio passati a provare e riprovare. E oggi tutto questo sembra sul punto di dissolversi.

Negli ultimi anni le cose sono cambiate a una velocità impressionante. I negozi fisici, anche i più noti, fanno fatica a tenere il passo con l’online. Il web ha reso tutto più veloce, sì, ma anche più impersonale. E i grandi marchi, se non riescono a reinventarsi in tempo, rischiano di essere travolti da questa marea. L’equilibrio è fragile, e la pandemia ha fatto da detonatore.

Alcune aziende sono riuscite a rimanere a galla, reinventandosi, tagliando, accorpando… altre no. E quando a essere colpita è una realtà che per anni è stata simbolo di stile italiano, la notizia lascia il segno. Fa rumore. E soprattutto, lascia un vuoto, umano e professionale, difficile da ignorare.

Tra proteste, trattative e tanta confusione

Oltre 1.500 dipendenti in tutta Italia stanno aspettando risposte. I sindacati – Filcams Cgil, Fisascat Cisl, Uiltucs – sono già in azione, cercando un dialogo con l’azienda e le istituzioni. Vogliono garanzie, vogliono un piano serio, non solo promesse vaghe. E, al momento, diciamolo, di certezze ce ne sono poche.

Nel frattempo si respira un clima pesante, di attesa e rabbia. I lavoratori chiedono la tutela dei posti di lavoro, la continuità aziendale, insomma, una strategia che abbia senso. Ma nulla, almeno finora, sembra muoversi davvero. E mentre tutto questo accade, la moda italiana perde uno dei suoi protagonisti storici.

Negozio di abbigliamento (Freepik FOTO) - www.managementcue.it
Negozio di abbigliamento (Freepik FOTO) – www.managementcue.it

Un gigante che vacilla tra incertezze e chiusure

Eh sì, purtroppo è tutto vero, come riporta lagazzettadiviareggio.it. Coin sta attraversando una delle crisi più dure della sua lunga storia. Il negozio di Grugliasco, dentro il centro commerciale Le Gru, ha abbassato le serrande. Una chiusura che, a quanto pare, non sarà l’unica. Si tratta di un segnale preoccupante, soprattutto per chi lavora nell’azienda, ma anche per chi – come tanti – lì ci è cresciuto.

Coin non era soltanto un posto dove comprare vestiti. Era un marchio che dava una certa sicurezza, un punto fermo nel caos delle tendenze. Ora, invece, si parla di tagli, orari ridotti e un futuro che pare sempre più incerto. E i primi a farne le spese, come spesso accade, sono proprio i lavoratori.