Lo Stato scommette i soldi dei bonus: vite di milioni di famiglie appese a un filo | Un minimo errore e per tuo figlio non resta niente

Giorgia Meloni e Trump (screenshot Giorgia Meloni News-YouTube) – www.managementcue.it
Investire soldi puntando su rendimenti a lungo termine: ma basta poco per mettere a rischio il futuro economico di milioni di famiglie.
In Italia, i bonus per le famiglie con figli sono diventati un punto fermo. Parliamo di aiuti concreti come l’Assegno Unico, il bonus nido, e altre forme di sostegno economico che cercano di dare un po’ di respiro a chi ha bambini da crescere. Funzionano come un piccolo salvagente mensile, una boccata d’ossigeno in mezzo alle spese quotidiane sempre più alte.
Ma c’è anche un’idea un po’ più ambiziosa dietro tutto questo, ispirata da un’azione lontana: non solo aiutare nel presente, ma costruire qualcosa che possa servire in futuro. Alcune situazioni stanno andando proprio in questa direzione: utilizzare quei soldi pubblici, che dovrebbero essere un aiuto immediato, come una sorta di investimento a lungo termine. Tipo un salvadanaio statale che cresce nel tempo.
A prima vista può sembrare una genialata — far fruttare quei fondi e garantire un bel gruzzoletto ai figli quando diventano grandi. Però, eh, c’è sempre un però. Perché anche se l’idea ha un suo fascino, porta con sé parecchie incognite.
Il fatto che lo Stato gestisca i risparmi “per conto tuo” solleva delle domande. E se sbagliano qualcosa? Anche un piccolo errore, in un sistema di questo tipo, può significare che dopo 18 anni ti ritrovi con meno di quanto speravi. Ma c’è qualcuno che sta attuando proprio una misura simile.
Cosa troverai in questo articolo:
Quando i bonus diventano investimenti gestiti dallo Stato
Negli Stati Uniti, il 4 luglio, il presidente Trump ha firmato il One Big, Beautiful Bill, che ha fatto partire ufficialmente i cosiddetti Trump Accounts. Come riporta anche Kiplinger, sono conti speciali pensati per i bambini, nei quali viene versato subito un contributo statale di 1.000 dollari. In pratica, è una specie di “regalo” del governo per ogni figlio nato tra il 2025 e il 2028.
Funzionano un po’ come i piani pensionistici, ma con qualche regola tutta loro. Per esempio, i soldi devono essere investiti in un fondo indicizzato che segue l’andamento dell’S&P 500 (cioè, le 500 aziende più grandi della Borsa americana). Nessuna possibilità di scelta o diversificazione. E il denaro resta bloccato fino al compimento dei 18 anni. Ah, e non si può toccare nel frattempo, quindi dimentica di usarli per emergenze o spese impreviste. Ed è qui che iniziano a farsi strada i dubbi.
E se il rendimento non arriva?
Perché, ok, l’idea è buona: prendi quei 1.000 dollari e li lasci lavorare per anni. Se tutto va bene, potrebbero crescere parecchio. Secondo certe stime, in decenni potrebbero addirittura superare i 400mila dollari — sempre che i mercati vadano come previsto. Ma basta poco per mandare tutto all’aria: una crisi, un calo prolungato, una scelta di gestione sbagliata.
E se accade, le famiglie rischiano di trovarsi con le mani vuote dopo anni di fiducia nel sistema. È un modello che promette molto, ma non offre garanzie certe soprattutto per climi governativi più instabili di quello statunitense. Ecco perché se qualcuno in Europa pensasse di replicare qualcosa del genere — magari proprio in Italia — beh, sarebbe il caso di pensarci due volte. Anche perché, a quel punto, la posta in gioco sarebbe il futuro dei nostri figli.