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Come cambia la privacy digitale nel 2025 con l'accesso ai file di log e le nuove regole sulla raccolta dei dati personali (Pixabay Foto) - managementcue.it

Come cambia la privacy digitale nel 2025 con l’accesso ai file di log e le nuove regole sulla raccolta dei dati personali.

I dati personali restano esposti anche in modalità incognito. I file di log registrano ogni clic, ogni accesso, ogni movimento. Serve attenzione per evitare tracciamenti invisibili da parte di malintenzionati.

I social indeboliscono la riservatezza. Ogni post lascia tracce permanenti. La geolocalizzazione rivela abitudini e spostamenti. Anche le app di messaggistica archiviano metadati che raccontano più dei contenuti.

L’intelligenza artificiale raccoglie informazioni sensibili. I browser AI monitorano la navigazione e analizzano il comportamento. Secondo Federprivacy, gli assistenti integrati rastrellano dati personali anche senza consenso esplicito.

I dispositivi condivisi amplificano il rischio. Ogni accesso lascia impronte nei registri. I file temporanei conservano dati anche dopo la disconnessione. Le reti pubbliche espongono tutto. I cookie tracciano ogni sessione in modo automatico. Come funziona?

Cosa troverai in questo articolo:

I file di log

Il file di log conserva orari, indirizzi IP e intestazioni. Ogni operazione online lascia una traccia. Il file di log registra dati inviati e ricevuti. La Corte di Cassazione definisce questi registri impronte digitali 2.0. Il file di log permette di ricostruire le attività di un utente. La privacy si riduce quando il file viene acquisito senza consenso.

La riforma in discussione al Senato introduce l’accesso ai file di log. Il pubblico ministero può richiederli ai fornitori di servizi. In caso di diniego, interviene il giudice. La norma prevede sanzioni per chi ostacola l’accesso. Cosa dice la legge?

Privacy con VPN
Privacy con VPN (Canva Foto) – managementcue.it

Cosa dice la normativa

Nel carosello pubblicato sul profilo Instagram @angelogrecoofficial in data 17 agosto 2025, la didascalia riporta: “Non servirà più intercettarti. Basterà leggere ciò che hai già fatto. È questo il cuore della nuova riforma, in discussione in Commissione Giustizia al Senato, che punta a introdurre nel codice di procedura penale un nuovo mezzo di ricerca della prova: l’accesso ai cosiddetti file di log“.

Nel testo si legge: “Ma c’è di più: la riforma introduce nuovi reati per chi non collabora. Il rifiuto doloso è punito con la reclusione da 1 a 5 anni, che salgono a 2-6 anni per i reati più gravi. È prevista anche una forma di responsabilità colposa con pene più leggere. E la norma si applica anche ai provider esteri, se l’illecito tocca il territorio italiano“. La didascalia conclude: “Tradotto: le aziende rischiano sanzioni pesanti, anche se non hanno sede in Italia. Una riforma che promette efficienza investigativa. Ma che riapre il dibattito su privacy, controllo e libertà digitale“.