La guerra al pezzotto è ormai vinta: Sky e Dazn hanno tutti i nomi dei colpevoli | Nella lista c’è sicuramente anche il tuo

Uomo guarda la tv (Depositphotos foto) - www.managementcue.it
Sky, DAZN e Lega Serie A stringono la morsa sul “pezzotto”: identificati migliaia di utenti, ora rischiano conseguenze molto pesanti.
Negli ultimi anni la pirateria online è diventata una sorta di incubo costante per chi lavora nello sport e nello spettacolo. La tecnologia ha reso tutto più veloce e più accessibile, ma insieme alle novità sono arrivate anche scorciatoie poco legali. In Italia i siti che offrono partite ed eventi “a scrocco” sono cresciuti in modo enorme, attirando milioni di utenti e mettendo in difficoltà chi quei diritti li paga davvero.
Il punto è che non sono solo le tv a rimetterci. Quando una partita finisce su piattaforme illegali, a perdere non sono solo Sky o DAZN, ma anche i club, gli sponsor e, alla fine, pure i tifosi che vedono ridotte le risorse disponibili. Non a caso, negli ultimi tempi si è visto un giro di vite sempre più deciso, con controlli frequenti e azioni dirette non solo verso i gestori dei siti, ma anche contro chi decide di guardare in modo illecito.
C’è poi la questione economica, che non è da poco. Ogni anno si parla di milioni di euro che spariscono in fumo a causa della pirateria, soldi che potrebbero finire in investimenti, miglioramenti del servizio o anche in progetti legati al calcio stesso. Alcuni esperti sottolineano come questo fenomeno non sia soltanto una furbata da parte degli utenti, ma un danno concreto che frena lo sviluppo di tutto il settore. Ecco perché la risposta è diventata più severa.
Negli ultimi mesi, infatti, le operazioni contro il cosiddetto “pezzotto” si sono fatte sempre più articolate. Non è solo una battaglia di tecnologia contro tecnologia: c’è la Guardia di Finanza, ci sono le procure, ci sono le emittenti stesse che lavorano insieme per stringere il cerchio. Una strategia che non punta solo a chi organizza, ma che ormai coinvolge anche chi guarda, cioè gli spettatori che scelgono consapevolmente il lato illegale.
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Un passaggio che segna la differenza
In questo clima è arrivata una mossa che ha fatto parecchio rumore. Sky, DAZN e la Lega Serie A, con il supporto della Guardia di Finanza, sono riusciti a ottenere i dati di chi ha fatto uso di servizi pirata. Non si tratta quindi solo di oscurare un sito, ma di andare a bussare direttamente alla porta degli utenti. Una scelta netta, che vuole mettere in chiaro che lo streaming illegale non è un giochino senza rischi.
Il passo ulteriore riguarda i risarcimenti. I titolari dei diritti adesso possono chiedere cifre molto alte, nell’ordine di migliaia di euro. Per dare un’idea: l’equivalente di dieci anni di abbonamento regolare. Un messaggio forte, che punta a scoraggiare chi pensa che collegarsi a una IPTV sia una scorciatoia conveniente e senza conseguenze.
La stretta sugli spettatori
Come riportato da Fanpage.it, i nomi raccolti sono più di duemila, sparsi in circa 80 province italiane. Le persone erano già finite nel mirino di indagini coordinate tra la Procura di Lecce e il Nucleo Speciale Beni e Servizi della Guardia di Finanza di Roma. Gli investigatori hanno incrociato dati bancari, anagrafici e geografici per arrivare a un’identificazione precisa. Ora, oltre alle multe già ricevute, rischiano di pagare somme ancora più pesanti.
I vertici delle emittenti non hanno usato mezzi termini. Stefano Azzi, CEO di DAZN Italia, ha ricordato che “non è furbo, non è gratis e non è senza conseguenze” seguire sport in modo illegale. Andrea Duilio di Sky ha parlato apertamente di furto vero e proprio. Anche Luigi De Siervo, amministratore delegato della Lega Serie A, ha ribadito che “chi sbaglia paga”, lasciando intendere che l’epoca delle scappatoie è praticamente finita.