L’Italia trascinata in guerra dall’Europa: il conflitto con la Russia è realtà | Sono iniziati i bombardamenti

Giorgia Meloni al Ministero (screenshot Giorgia Meloni News-YouTube) – www.managementcue.it

Giorgia Meloni al Ministero (screenshot Giorgia Meloni News-YouTube) – www.managementcue.it

L’Europa trema dopo l’ultima escalation ai confini orientali: l’Italia osserva, ma potrebbe essere coinvolta da subito.

C’è di nuovo aria pesante in Europa. Lo senti, anche se cerchi di non pensarci. Le notizie corrono veloci, spesso troppo, e quello che ieri sembrava solo l’ennesima tensione diplomatica, oggi comincia a fare un po’ più paura.

In certi momenti sembra davvero che basti poco — un errore, un incidente, un fraintendimento — per far saltare tutto. E mentre i grandi della terra si muovono sulla scacchiera, i confini diventano più fragili, più incerti. Anche chi sta lontano dal cuore del problema rischia di rimanere coinvolto.

Negli ultimi giorni si è tornato a parlare — tanto — di alleanze. E non solo nei palazzi del potere, ma pure tra la gente. “Che succede se…?”, “ma siamo obbligati a…?”, “e l’articolo 5, che vuol dire?”. Tutte domande che fino a poco fa sembravano riservate agli analisti, ai giornalisti esperti di geopolitica.

Ora invece ci riguardano molto da vicino, perché quello che accade a un nostro alleato potrebbe coinvolgerci direttamente, volenti o no. Nel frattempo, però, c’è anche una certa confusione in giro. Le parole si rincorrono: “difesa”, “attacco”, “provocazione”, “risposta coordinata”. Ma cosa vogliono dire davvero?

Momenti concitati

C’è chi parla di Articolo 4, chi invece tira in ballo l’Articolo 5, e no — non sono la stessa cosa. Uno riguarda la consultazione tra alleati, l’altro una situazione in caso di attacco. La differenza è enorme, ma mica sempre viene spiegata con chiarezza.

Eppure, in mezzo a tutto questo rumore, resta un fatto semplice: basta un drone fuori rotta per cambiare tutto. È successo altre volte, lo sappiamo, ma stavolta… stavolta la cosa pare diversa. Sembra che qualcosa stia sfuggendo di mano, e l’atmosfera è diventata pesante in tutta Europa.

Illustrazione di una guerra nucleare (Depositphotos foto) - www.managementcue.it
Illustrazione di una guerra nucleare (Depositphotos foto) – www.managementcue.it

Una notte che ha cambiato il tono della crisi

In questi giorni la tensione ha superato il limite. La Polonia, che fa parte sia dell’Ue che della NATO, ha dichiarato di aver abbattuto più di dieci droni russi che, a quanto pare, hanno violato lo spazio aereo nazionale. Uno di questi è finito addirittura su una casa. Nessun ferito, per fortuna, ma il messaggio è chiaro. Il primo ministro Donald Tusk ha parlato apertamente di “provocazione su larga scala”, mentre il governo polacco ha definito il tutto un “atto d’aggressione”. Secondo quanto riportato anche da Angelo Greco su Instagram, le incursioni per Tusk sarebbero state almeno 19. Un numero impressionante, che ha spinto Varsavia a invocare l’Articolo 4 della NATO. Che vuol dire?

Significa che i Paesi membri si devono sedere a tavolino per valutare la minaccia. Non è ancora guerra — no — ma è il passo prima. E quando cominci a usare certi strumenti, il confine tra diplomazia e conflitto si assottiglia parecchio. Ma cosa comporta questo per l’Italia? Essendo parte integrante della NATO e dell’Unione Europea, se mai si arrivasse — speriamo di no — all’attivazione dell’Articolo 5, questo implicherebbe un’azione congiunta. Ma ci sono anche molti altri scenari possibili, anche la possibilità di tirarsene fuori. Ma speriamo di non doverlo mai attuare a prescindere.