Lasciare il lavoro ti frutta di più che lavorare: lo Stato ti paga profumatamente per andare a spasso | Il nuovo bonus che nessuno conosce

Giorgia Meloni

Giorgia Meloni (Facebook foto) - www.managementcue.it

Un nuovo incentivo offre fino a 3.000 € a chi lascia il lavoro: cosa serve davvero per ottenerlo e quanto dura.

Capita spesso di imbattersi in notizie che sembrano troppo belle per essere vere. L’idea che lo Stato ti paghi più per non lavorare che per lavorare ha fatto il giro dei social, suscitando curiosità e anche un pizzico di incredulità. Ma dietro frasi così d’effetto si nasconde sempre una realtà più articolata.

La frase “ti pagano per andare a spasso” è stata rilanciata in un reel virale. Come ricorda il post Instagram di gentleman.fm, esiste effettivamente un incentivo che può arrivare a 3.000 €, ma riguarda solo chi si trovava in Cassa Integrazione Straordinaria e ha accettato una nuova assunzione. In tutti gli altri casi il contributo non va al lavoratore, bensì all’azienda.

Il fascino di queste notizie sta nel loro apparente paradosso: guadagnare lasciando il lavoro sembra quasi un premio al contrario. In realtà la normativa alla base è molto specifica, legata a circolari dell’INPS e ad accordi con ANPAL. Senza le condizioni previste, la promessa svanisce rapidamente.

Non va dimenticato, inoltre, che molte misure cambiano con il tempo. Quello che oggi appare come un’opportunità concreta, domani può essere modificato o sostituito da nuove regole. Per questo è sempre fondamentale distinguere tra slogan virali e strumenti ufficiali realmente attivi.

Bonus e incentivi tra promesse e realtà

Negli ultimi mesi si è parlato spesso di misure legate al lavoro, tra annunci di sgravi fiscali e incentivi per le imprese. Il governo Meloni ha più volte ribadito l’intenzione di sostenere l’occupazione, puntando su strumenti capaci di favorire nuove assunzioni e tutelare chi resta senza posto.

Tuttavia non tutti i bonus funzionano come sembrano: alcuni si applicano solo a categorie precise, altri prevedono benefici ridotti o indiretti. In molti casi, il vantaggio economico non arriva direttamente nelle tasche del lavoratore, ma resta nelle mani dell’azienda che decide di assumerlo.

Bonus
Bonus rioccupazione (Canva foto) – www.managementcue.it

Il vero funzionamento del bonus di rioccupazione

Dietro le frasi ad effetto, il meccanismo è chiaro: il cosiddetto bonus di rioccupazione riguarda esclusivamente chi proveniva dalla Cassa Integrazione Straordinaria. In questi casi, l’INPS riconosce un contributo fino al 50% del trattamento che il lavoratore avrebbe continuato a percepire restando in cassa. Una somma che può arrivare, in certe condizioni, a circa 3.000 €.

Se invece non si proviene dalla CIGS, il beneficio non è previsto per il singolo. In molti casi l’incentivo viene erogato all’impresa che assume, e non al lavoratore. Ecco perché parlare di “pagare per non lavorare” rischia di essere fuorviante: solo chi rientra nei requisiti stabiliti dalla normativa può realmente accedere a questa misura.