Non importa più quanto guadagni: se hai partita iva lo Stato si prende tutto | Perdi i soldi e anche la casa

Uomo disperato partita iva

La partita iva consente di lavorare in autonomia, ma c'è un dettaglio legale che potresti non conoscere: ecco di cosa parliamo. (Pixabay Foto) - managementcue.it

La partita iva consente di lavorare in autonomia, ma c’è un dettaglio legale che potresti non conoscere: ecco di cosa parliamo.

Aprire una partita IVA nel 2025 è gratuito se fatto da soli sull sito dell’Agenzia delle Entrate. Basta compilare il modello AA9/12 e scegliere il codice ATECO corretto. Molti preferiscono affidarsi a un commercialista per evitare errori e ricevere consulenza fiscale personalizzata.

I costi fissi della partita IVA dipendono dal regime fiscale scelto. Nel regime forfettario, si applica un’imposta sostitutiva del 15% (ridotta al 5% per i primi cinque anni). I contributi INPS possono essere ridotti del 35% o del 50% per i nuovi iscritti.

Il regime ordinario prevede tassazione IRPEF a scaglioni, gestione dell’IVA e contabilità più complicata. È adatto a chi ha costi alti o supera le soglie del forfettario. I costi annuali possono superare i 5000 euro, considerando imposte, contributi e consulenza contabile.

Oltre ai costi fiscali, chi ha partita IVA deve sostenere spese per PEC, fatturazione elettronica, eventuale iscrizione a ordini professionali e assicurazioni. La tracciabilità delle spese è obbligatoria per deduzioni e agevolazioni. Una gestione attenta serve per evitare sanzioni e ottimizzare il carico fiscale.

Cosa troverai in questo articolo:

I costi nel forfettario

Il regime forfettario resta la scelta più popolare per freelance e piccoli imprenditori. Con un tetto di fatturato fino a 85 mila euro e uscita immediata oltre i 100 mila, offre semplificazioni contabili e agevolazioni contributive.

La Legge di Bilancio 2025 ha confermato l’aliquota al 15%, con possibilità di riduzione al 5% per i primi cinque anni. I nuovi iscritti alla Gestione Artigiani o Commercianti possono beneficiare di uno sconto INPS del 50% per tre anni. È previsto un esonero contributivo fino a 3000 euro per le madri autonome con figli.

Partita Iva
La dichiarazione per le partita iva (Depositphotos Foto) – managementcue.it

Il caso

Una sentenza della Cassazione ha ridefinito il rapporto tra titolarità di partita IVA e diritto al mantenimento post-separazione. L’avvio di un’attività autonoma può comportare la perdita del mantenimento, se il soggetto dimostra capacità economica sufficiente per sostenersi. La decisione non si basa sul reddito effettivo, ma considera anche la potenzialità reddituale, l’autonomia professionale e la volontà di intraprendere un’attività economica indipendente.

L’apertura di una partita IVA, anche con guadagni modesti, è un segnale di autosufficienza e di volontà di emancipazione economica. L’orientamento si inserisce in una linea interpretativa che punta a responsabilizzare i soggetti beneficiari. Se decidi di aprire la partita iva, il genitore potrebbe decidere di non mantenerti e la legge gli darebbe ragione.