Pagati dallo Stato per andare a scuola: per i più fortunati anche 1.000€ al mese | Non hai più scuse per non farti una cultura

Pagati per andare a scuola? No, non parliamo di chi ci lavora. Cosa sta succedendo? (Pexels Foto) - managementcue.it
Pagati per andare a scuola? No, non parliamo di chi ci lavora. Cosa sta succedendo? Ecco dove avviene questo fenomeno.
Nel 2025, in Italia ci sono 45668 scuole statali e 11.498 scuole paritarie. Il Sud domina con oltre 13 mila istituti statali, pari al 28,6% del totale. Il Nord Ovest segue con 10394 scuole, mentre le Isole ne contano 6472.
Sono oltre 7 milioni gli studenti tornati in classe, distribuiti in 362115 classi. La scuola primaria accoglie 2 milioni e 170746 alunni, mentre la secondaria di II grado ne conta 2 milioni e 619.287. Di questi, il 51,4% frequenta un liceo, il 31,8% un istituto tecnico e il 16,8% un professionale.
Le istituzioni scolastiche statali sono 7981, con il Mezzogiorno in testa: 2207 enti, pari al 27,7%. Le scuole paritarie mostrano un equilibrio più uniforme, ma il Nord Ovest mantiene il primato con 3367 istituti.
Secondo il Rapporto ISTAT 2025, il livello di istruzione è correlato alle condizioni socio-economiche della famiglia. Le differenze territoriali influenzano l’accesso a percorsi formativi di qualità. C’è un luogo dove lo studente è pagato per studiare?
Cosa troverai in questo articolo:
I problemi della scuola
Il sistema scolastico italiano affronta diversi problemi: calo demografico, divari regionali e digitalizzazione incompleta. I dati del Ministero dell’Istruzione mostrano una crescita delle iscrizioni nei licei, segno di una maggiore attenzione alla formazione teorica.
Gli aumenti sulla richiesta di competenze tecniche e digitali impongono un ripensamento dei programmi. La scuola deve diventare spazio di innovazione, inclusione e orientamento consapevole. In altri Paesi, invece, sei pagato per studiare. Dove?
Dove sei pagato per studiare
In Danimarca, frequentare l’università non solo è gratuito, ma gli studenti ricevono un sostegno economico mensile dallo Stato. Il sistema si chiama Statens Uddannelsesstøtte (SU) e garantisce circa 825 euro al mese agli studenti universitari danesi, a partire dai 18 anni. Il SU è circa l’1% del PIL nazionale, ma è considerato un investimento strategico: la Danimarca ha uno dei tassi di laurea più alti d’Europa.
Anche gli studenti europei possono accedere al sussidio, a condizione che lavorano almeno 10–12 ore settimanali. Il modello danese non considera lo studente un peso, ma un cittadino attivo che contribuisce al sistema fiscale e sociale. Questa politica educativa riflette una visione del welfare circolare, dove studio, lavoro e autonomia convivono. A differenza di molti Paesi europei, dove gli aumenti sulla spesa universitaria scoraggiano l’accesso, la Danimarca punta sull’inclusione e sulla responsabilizzazione. La notizia arriva da TorinoCronaca e StudiareinDanimarca.