Futurama diventa realtà: ti congeli oggi e ti svegliano nel 3000 | Centinaia di persone hanno già aderito
Uomo congelato (Canva foto) - www.managementcue.it
Centinaia di persone sono state congelate nella speranza che la scienza possa un giorno riportarle in vita.
C’è chi alla morte proprio non vuole rassegnarsi. Non si parla di metafore o pensieri filosofici, ma di persone che hanno preso una decisione concreta: affidare il proprio corpo — e la propria speranza — al gelo. Il confine tra vita e non-vita si fa sempre più sottile, mentre la scienza cerca di spingersi dove fino a ieri si fermava solo la fantasia.
L’idea che un giorno sarà possibile svegliarsi in un futuro lontano dopo essere stati “congelati” sembra uscita da un episodio di Futurama, e invece ha già conquistato centinaia di persone nel mondo. Per molti non è follia, ma un investimento sul domani: se oggi non c’è cura per certe malattie, forse nel 3000 ci sarà. E allora meglio aspettare lì, nel silenzio di un cilindro d’acciaio.
Ma quanto può davvero la tecnologia? E soprattutto: ha senso conservare un corpo nella speranza che la coscienza torni a riaccendersi? Sono domande che fanno discutere medici, filosofi e bioeticisti, ma intanto c’è chi ha già deciso di sfidare le leggi del tempo. C’è chi crede che il corpo non sia altro che un veicolo, e che la mente — o qualcosa di simile — possa restare sospesa, in attesa.
È un salto nel buio, certo, ma per qualcuno vale la pena provarci. Morire oggi per vivere domani: una formula che sembra un paradosso, ma che per alcuni suona come l’unica vera via d’uscita. La domanda non è più “quando si muore?”, ma “è davvero per sempre?”
Cosa troverai in questo articolo:
Tra serbatoi d’acciaio e sogni impossibili
Come racconta il profilo Instagram @fatti_estremi, più di 500 persone nel mondo si sono già fatte crioconservare: corpi congelati subito dopo la morte, con l’idea che un giorno la scienza potrà rianimarli. Una scelta che sembra uscita da un romanzo di fantascienza, ma che invece è realtà in paesi come gli Stati Uniti, la Russia e alcune zone d’Europa.
Le strutture esistono, sono operative, e ospitano anche cervelli umani e animali domestici. In una di queste, negli USA, 199 persone legalmente morte riposano in silenzio all’interno di contenitori criogenici, mantenuti a temperature bassissime. Sono lì, in attesa. Non c’è certezza, solo una possibilità lontana. Ma per chi ha scelto, è abbastanza.

Nessuno è ancora tornato indietro
A oggi, nessuno dei corpi crioconservati è mai stato riportato in vita. La scienza non ha ancora i mezzi per farlo: non esiste tecnologia in grado di scongelare un corpo e riattivare cuore, cervello e coscienza senza danni. Eppure, chi ha deciso di aderire lo ha fatto con una convinzione ferma: “Un giorno accadrà”.
La crioconservazione non è una scorciatoia per l’immortalità, ma una scommessa. Chi sceglie di farsi congelare accetta di vivere in pausa, forse per sempre, nella speranza che un futuro lontano sappia fare ciò che oggi è impossibile. Un’attesa sospesa nel ghiaccio, tra paura, fede e desiderio di continuare a esistere.
