Trovano il tuo nome e il tuo indirizzo: finisci a processo e sei costretto a pagare | Un commento ti costa 10.000€

Truffa

Vittima di truffa (Canva foto) - www.managementcue.it

I reali dietro messaggi intimidatori: quando un commento può trasformarsi in incubo legale, scopri come funziona.

C’è chi riceve una lettera e, leggendo le prime righe, sente mancare il fiato. Nome, cognome, indirizzo preciso e una cifra da capogiro da pagare subito, altrimenti “ti portiamo in tribunale”. A volte bastano poche parole per mandare nel panico. E se tutto fosse partito da un semplice commento lasciato online?

La rete è diventata un terreno delicato, dove ogni parola può sembrare un’arma. Ma non tutto ciò che suona offensivo è davvero un reato. Soprattutto sui social, dove i toni sono spesso più accesi rispetto a una conversazione dal vivo. E allora: quando è che una frase può costarti davvero cara?

Negli ultimi mesi stanno circolando lettere e messaggi che minacciano cause legali per presunti insulti online. Si presentano in modo formale, parlano di diffamazione e chiedono soldi per “evitare il processo”. Chi non ha strumenti per difendersi, spesso paga senza nemmeno chiedere consiglio.

Ma è importante sapere che la legge non punisce ogni critica. La Cassazione ha chiarito che sui social è normale aspettarsi un linguaggio più diretto, meno filtrato. Quindi non sempre chi scrive qualcosa di scomodo rischia davvero una denuncia.

Se ti chiedono soldi per un commento, fai attenzione

Secondo quanto raccontato nel post Instagram diangelogrecoofficial, ci sono lettere che indicano con precisione il nome, l’indirizzo e riportano un commento pubblicato su un social. Poi arriva la richiesta: “hai diffamato, devi pagare 10.000 € o finisci a processo”. Tutto sembra vero, ma spesso non lo è.

In questi casi, chi riceve la lettera si trova spiazzato. È facile pensare che ci sia davvero un’azione legale in corso, e che l’unico modo per uscirne sia pagare. Ma la maggior parte di queste comunicazioni sono solo strumenti di pressione, senza un reale fondamento giuridico. Il rischio è di cedere a un ricatto.

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Truffa delle lettere come funziona (Canva foto) – www.managementcue.it

Non ogni offesa è reato: cosa dice davvero la legge

Un insulto scritto su un post non è automaticamente diffamazione. I giudici hanno stabilito che il contesto online permette toni più accesi, e che bisogna distinguere tra libertà di espressione e offesa personale. Non tutto è perseguibile. E non basta sentirsi attaccati per poter chiedere soldi.

Quindi, anche se la lettera arriva con toni duri e formali, non bisogna dare per scontato che ci sia davvero un’accusa fondata. Prima di pagare o firmare qualsiasi cosa, è fondamentale rivolgersi a un avvocato. Potrebbe trattarsi solo di un modo per spaventare e ottenere denaro in modo scorretto.